di Giacomo Danesi
“Si è diventati vecchi quando non ci si piace più e il pensiero di piacere a qualcuno, tu che non ti piaci più, ti riempie di sgomento e di orrore.”
Aldo Busi
Mi è stato chiesto di scrivere un articolo, un pensiero sulla vecchiaia, sugli anziani. Sono imbarazzato. Sulla vecchiaia o sugli anziani? Non ho messo a caso il pensiero dello scrittore e giornalista Aldo Busi. Posseggo il suo primo libro: “Seminario sulla gioventù”, con dedica autografa. A detta dei critici la sua opera più bella. Concordo. Aldo Busi, nel suo bellissimo e tragico aforisma, non scrive il pensiero indirizzandolo all’anzianità, ma alla vecchiaia. Una mera sottile distinzione? Affatto! Una fondamentale distinzione.
Diventare anziani è ineluttabile. Fa parte del gioco della vita. Diventare vecchi, invece, è una colpa. Gravissima colpa. Significa non aver fatto nulla per evitarlo. Forse anche perché non ci è stato insegnato come agire in tal senso.
Ricordo che fin da bambino, quando abitavo in Franciacorta, a Cinquino di Torbiato di Adro in provincia di Brescia, in un cascinale senza acqua corrente, luce elettrica ne gas, in poche stanze che dovevano bastare per 12 persone e d’inverno si dormiva nella stalla per non morire di freddo.
Torbiato di Adro (Bs) – Via Cinquino: La cascina “Bertola”,
ora in disuso, dove ho vissuto dal 1945 al 1956.
Erano i primi anni del dopoguerra che aveva messo in ginocchio la nostra bella Italia. Con gli occhi ingenuo di bambino, guardavo ammirato e costernato i miei nonni Lucrezia e Giacomo. Ero ammirato per quanto facevano, con i miei genitori, per sfamarci e volerci bene. Ricordo però che ero costernato perché mi apparivano terribilmente vecchi.
No, non gli facevo loro colpa vista la terribile situazione nella quale si viveva allora. Ma promisi a me stesso che non sarei mai diventato vecchio. Non capivo appieno allora la differenza di diventare anziano o vecchio. Ma con l’andare degli anni, quando il benessere cominciò a fare capolino nella nostra società, mi fu allora chiaro che anziano sicuramente, se fossi vissuto, lo sarei diventato, ma vecchio mai. Concetto che mi è ora, a quasi 72 anni, terribilmente chiaro.
La lapide di mio nonno Giacomo
nel piccolo cimitero di Torbiato di Adro (Bs)
Diventare vecchio significa essere alla mercé degli altri. Ci sono situazioni particolari nelle quali è ineluttabile che ciò sia. Ma nella maggior parte dei casi lo è per una cattiva e egoistica visione della vita che si era deciso di vivere. Se non hai fatto nulla per non invecchiare sei colpevole della tua vecchiaia.
Non puoi nasconderti dietro il paravento della vecchiaia se nei momenti topici della vita hai deciso di fumare, bere, mangiare in maniera smodata perché tutti i tuoi amici e amiche facevano così, e usare farmaci in maniera non corretta era la norma.
Mantenersi in forma e attivi è
un preciso dovere per tutti gli anziani
(Foto: La Repubblica)
Questo nonostante giornali, riviste, radio e televisione, oltre al tuo medico, ti avevano sicuramente messo in guardia dei terribili effetti sul fisico e sulla mente in età avanzata di questi eccessi. Se il tuo medico, colpevolmente, non lo ha fatto, tu avevi il dovere di informarti e di farlo. Se l’igiene fisica è fondamentale, non gli è da meno l’igiene mentale. Anzi! Dal cervello, dalla concezione che ti sei fatto della vita, mettendo in pratica naturalmente tutto quanto hai appreso per stare bene, ha dipeso come vivrai da anziano.
Coppia di anziani legge il
giornale seduti su una panchina
(Foto: Lombardia Beni Culturali)
Se non hai coltivato interessi culturali e di relazione con gli altri, e a tutto questo non hai abbinato la tua situazione fisica, è assurdo pensare che non sarai solo quando sarai anziano, anzi, vecchio. Quasi sicuramente non solo sarai un peso per te stesso ma per tutta la società. E la nostra società non ha bisogno di vecchi, ma di anziani.
Splendido il concetto del giornalista della Stampa Massimo Gramellini quando un paio di anni fa scrisse questo pensiero: “Gli anziani ..chiedo scusa, i diversamente giovani, sono protagonisti di una rivoluzione di cui non colgono ancora la portata, ma che finirà sui libri di storia perché mai erano stati così tanti e, nonostante gli acciacchi, così in salute… Ai diversamente giovani del 2014 non si chiede solo di mantenere nipoti e figli falciati dalla crisi, ma di rovesciare una traiettoria esistenziale. Sono i primi anziani della storia umana a non potersi permettere il lusso di contemplare il passato. Devono ancora occuparsi del futuro. Altrimenti chi? “
Che splendido e affascinante impegno ci è stato affidato a noi anziani! Queste poche righe, ma prometto se mi sarà concesso in futuro di esprimerne altri sull’argomento lo farò con gioia, non sono rivolte ai vecchi di adesso. Troppo tardi.
Quando ti sentivi quasi appagato di camminare con tua moglie portando i nipotini a spasso, non ti accorgevi che era l’inizio della china. Non ti accorgevi, infatti, che dedicando tutto il tuo tempo ai figli dei tuoi figli significava non aver programmato nulla della tua vita futura e che, salvo rari casi, è ora terribilmente vuota.
Non ti sei accorto che stavi invecchiando. La società attuale gioca un terribile ruolo nel tentare di far capire alle persone vecchie che questo è il loro ruolo, esautorandoli da altri impegni che, invece, sarebbero stati molto più gratificanti. Diventare vecchio non è mai positivo. Da anziano forse sì. Da giovane cercavo la serenità e l’emozione nell’improvvisare la vita. Non voglio da “vecchio” cercare tutto questo nell’abitudine.
Non è mai troppo tardi? Ahinoi! Non è così. E’ doloroso affermarlo ma da vecchio ormai il cervello non è quasi più in grado di modificarsi in meglio. Occorre un duro allenamento che dura tutta la vita per poter da anziani stare fisicamente e psicologicamente bene.
Sul problema dell’assistenza al vecchio più che all’anziano ne parlerò prossimamente.
E’ un discorso terribile e delicato, e non si può ignorare.
Intanto, prendo atto che vivere è ancora il solo e unico mezzo per diventare anziano e me ne godo i vantaggi rispetto ai giovani. Quali? Eccone uno.
Da qualche anno non sono più tormentato dagli assicuratori che in passato mi proponevano una polizza sulla vita! Non è una cosa da poco…
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