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Scoglio della sirena

Scoglio della sirena

di Giulio Ghirelli 
Sesta e ultima parte “Chi poteva essere, se non lei?”

Joao de Lisboa era il nome del mercantile portoghese che faceva la tratta da Lisbona a Caracas.
La nave era stata battezzata col nome di un navigatore portoghese che nel 1511 esplorò la costa del Rio de La Plata. Partecipò anche alla spedizione che il duca di Bragança fece ad Azamor nel 1513.
Andò in India con la flotta di Diogo Lopes de Sequeira nel 1518. Morì nel 1525 a 55 anni, durante il viaggio della flotta di Filipe de Castro lungo la costa orientale dell’Africa.
Il nome della nave, Joao lo aveva saputo poco prima di imbarcarsi come aiuto motorista, e aveva pensato che avere lo stesso nome, poteva essere sì una coincidenza, ma anche un segno del destino. Come pure il fatto che Joao de Lisboa fosse morto alla stessa età che aveva lui adesso.
Joao, come molti suoi conterranei, era legato alla musica popolare del fado -che significa destino-, e in quei canti si trovano spesso storie di naviganti a cui il destino aveva mostrato le carte. Aveva deciso di ritornare a fare il suo vecchio lavoro, perché non si sentiva più di stare indolente a consumare la testa e il cuore con dei nostalgici ricordi dei suoi viaggi in Sardegna. E di restare nella sfibrante attesa di rivedere Ilia e Stella, dalle quali si era lasciato con una reciproca promessa.
Erano passati ormai sei mesi, da quando, quel mattino della partenza per la crociera in barca intorno alla Sardegna insieme  a Stella e Ilia, mentre facevano la prima colazione per poi recarsi al porto di Capovento e imbarcarsi sul caicco di Stella, Ilia gli aveva chiesto quale sogno lo avesse sconvolto a tal punto, da fargli gridare nel sonno il suo nome e quello dell’amica.
Lui non era dell’idea di raccontare quel sogno, perché non voleva impressionare le due donne, ma se poi fosse successo qualche accidente durante la crociera, si sarebbe sentito in colpa per aver taciuto. Perché nelle convinzioni dei naviganti portoghesi, era rischioso rimanere sordi ai sogni premonitori.
Quindi aveva dovuto raccontare il sogno alle due donne. Le quali erano rimaste talmente scioccate, da restare silenziose per diversi secondi. Infine Ilia, che già non aveva una grande disposizione per i viaggi in mare, disse che non se la sentiva di partire con quel tarlo in testa.
Allora Stella propose di rimandare il viaggio di qualche giorno, per ridare fiducia a Ilia, e poi…
Ma come a conferma dei sogni premonitori e delle credenze di certi marinai, nei giorni successivi il tempo peggiorò, e ci furono temporali e burrasche che convinsero i tre a rinunciare alla crociera.
Le due donne passavano il tempo a dipingere, e Joao era deliziato nell’assistere ai loro lavori. Con stile completamente diverso da quello di Ilia, Stella dipingeva in modo realistico e raffinato, a tal punto, che Joao pensò che quei dipinti potevano essere scambiati per delle perfette fotografie, ma con in più la capacità di trasmettere intense emozioni. Come il ritratto di un’anziana donna col viso scavato dalle rughe, il cui sguardo e sorriso erano di una tale dolcezza, che rendevano quel volto bellissimo. E Joao ne fu talmente emozionato, che gli restò indelebilmente impresso nella memoria.
Lui dedicò il suo tempo scrivendo qualche storia di mare. La prima, fu di quel sogno della burrasca.
Poi, per il conforto delle due amiche, che altrimenti avrebbero aperto solo scatolette, o al massimo si sarebbero fatte un tramezzino, era diventato padrone della cucina. Ma siccome non gli andava a genio di aprire la porta del freezer, andava in paese a comprare viveri freschi, specialmente pesce.
Così passarono una decina di giorni. Ma poi, il suo spirito di uomo non domestico, lo spinse a uscire da quella confortevole tana -abitata da due deliziose donne, ormai care amiche- e salpare l’ancora. Si lasciarono con la promessa che la prossima primavera lo avrebbero raggiunto a Funchal, e da lì avrebbero navigato verso ciò che era ormai diventato il sogno di tutti e tre: lo Scoglio della sirena.
Joao passò l’inverno contando i giorni che mancavano all’arrivo delle amiche. Ma poi, in primavera le due donne avevano sempre qualche impegno che le trattenevano. Poi iniziò la stagione turistica, e Stella aveva riaperto il suo resort. Joao si teneva frequentemente in contatto con le due amiche, ma ormai nei loro discorsi si parlava sempre meno di quel viaggio che avevano progettato. Quell’attesa lo sfinì. Passava le giornate in apatia dentro casa, con il solo conforto del quadro di Ilia.
“Devi uscire da questa gabbia mentale -gli ripeteva Henrique, l’amico vicino di casa-, vai a cercare un imbarco e torna a navigare. Quella è la tua vita”.
La Marinha Portuguesa non lo avrebbe più assunto, dato che lo aveva dichiarato inabile e gli aveva assegnato una pensione. Però trovò un posto come aiuto motorista sul mercantile Joao de Lisboa.
In quel primo viaggio sul mercantile, mentre, durante il suo turno di riposo, era sul ponte a poppa della nave a respirare l’aria pura del cielo terso senza una nuvola, con il mare color smeraldo, liscio che pareva un tavola da biliardo, la nave passò a poche miglia da Madeira, la sua isola.
Poco oltre c’era lo Scoglio della sirena, ma era impossibile vederlo a occhio nudo, troppo lontano. Scese svelto nella sua cabina, prese il binocolo, risalì sul ponte e si mise a perlustrare l’orizzonte. E finalmente lo vide, uguale a come ce l’aveva nella mente. I suoi occhi perlustravano ogni pietra della torre rotonda del faro e la lampada sulla sommità. Poi individuò il portoncino di ingresso della torre. Rivide col pensiero la stanzetta con il letto con sopra la coperta multicolore, che aveva confezionato con gli avanzi dei gomitoli di lana.
Chissà se c’era ancora il baule dove stivava tutti i maglioni e le cuffie per la testa, fatti all’uncinetto per ingannare il tempo. Quel tempo che si rifiutava di essere ingannato.
La Marinha Portuguesa non gli aveva restituito nulla, ma a lui poco importava. E il blocco dei fogli da disegno e i pastelli, erano ancora nel cassetto del tavolino?
Su uno di quei fogli aveva visto dipinte le più belle onde di mare, ma solo per un attimo, poi il vento gli aveva rubato il foglio dalle dita.
Gli bruciavano gli occhi per il tanto tenerli fissi sulle lenti del binocolo, ma non riusciva a staccarli, e perlustrava ogni scoglio del piccolo isolotto, fino a quando non individuò quello dove stava seduta la sirena Ilia, con la quale aveva trascorso degli indimenticabili momenti. E dove le aveva cantato:

Ilia, dolce mia musa,
Con l’onda del mare   
mi giunge il tuo canto
che mi ristora il cuore 

E la vide, ancora su quello scoglio. Ma era troppo lontana, non riusciva a distinguerla bene.
Ma se gli occhi non potevano esserne certi, il cuore…
Del resto, chi poteva essere, se non lei? Si guardò intorno. Sul ponte a poppa c’era solo lui. Allora si tuffò.
Nessuno si accorse, e la sua assenza fu rilevata quando non lo videro rientrare nella sala macchine.
Lo cercarono in ogni angolo della nave, poi diedero l’allarme alla Capitaneria di Madeira, e la nave proseguì sulla sua rotta.
Le motovedette della Guardia Costiera perlustrarono invano il mare per due giorni. Non ritennero di andarlo a cercare allo Scoglio della sirena, dove non c’era più il guardiano perché il faro era stato automatizzato. Ragionarono che dalla rotta della nave a quel piccolo isolotto, la distanza era tale, che nessun essere umano avrebbe resistito a nuotare da solo fin là. Solo con l’aiuto di una sirena, se queste esistessero non soltanto nelle favole e nelle leggende di mare.
Infine la Capitaneria lo dichiarò disperso.

Ilhas Desertas
Costituiscono un piccolo arcipelago situato a circa 25 Km. a sud-est di Ponta de São Lourenço, la punta più orientale dell’isola di Madera.
Amministrativamente fanno parte del territorio del Portogallo, distretto di Funchal.
Sono l’ultimo rifugio atlantico della foca monaca, e dal 1990 le Isole Desertas sono state dichiarate: Riserva naturale biogenetica del Consiglio d’Europa e poste sotto il regime della tutela ambientale.
La popolazione delle foche, che nel 1998 comprendeva appena 8 esemplari, oggi ne può contare 20.
Sulle isole sono presenti: il faro dell’isola di Bugio, conosciuto come Faro della Ponta de Agulha.
E il faro del piccolo isolotto Ilhéu Chão, che solamente pochi vecchi lupi di mare chiamano ancora: Scoglio della sirena.     

 

Scoglio della sirena  Prima parte / “Il guardiano del  faro”           

Seconda parte  /  “La donna dei fari”      

Terza parte  /  “Ritorno allo Scoglio della sirena”   

Quarta parte / “La donna delle stelle marine”

Quinta  parte / “La burrasca”

  Racconti&Ricordi*anzianiincasa_ 2023

 

 

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