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Ricordi/La scuola_1948-1956

Ricordi/La scuola_1948-1956

di Adriana Colli

A Colico ci sono cinque frazioni: Colico centro, Olgiasca, Laghetto, Villatico e Curcio. Ogni frazione aveva la sua scuola, noi abitavamo a Villatico ma eravamo più vicino alla scuola di Colico centro e lì frequentai le scuole elementari in Piazza San Giorgio. Ora quel fabbricato non c’è più, lo sostituisce un condomini.

Il primo giorno di scuola fu l’unico accompagnata dalla mamma, poi si andava sempre da soli e a piedi, non esisteva il pericolo di auto perché quelle esistenti si contavano sulle dita di una mano, tutt’al più si potevano incrociare dei carri trainati da un bue oppure da un mulo ed i più fortunati da un cavallo, le strade erano sconnesse e sassose ad eccezione della strada principale che attraversava il centro paese.

In prima elementare per me era tutto nuovo: I banchi di scuola erano tutti in legno con il sedile unito ed erano per due alunni, disposti in due file parallele, Il grembiule nero col colletto bianco (divisa per tutti gli anni scolastici) la cartella, il sillabario… quaderno…astuccio… matita… gomma….

Si è iniziato con un piccolo quaderno che aveva la copertina nera non liscia ed era a quadretti grandi. Si usava solo la matita per poter cancellare meglio gli sgorbi… dapprima una serie di aste… i quadretti… i cerchi… i numeri… per poi passare alle vocali… alle consonanti… ed infine alle sillabe…ecc… ecc…

In seconda avevamo il libro di lettura ed i quaderni sempre in ugual misura, uno a quadretti più piccoli rispetto all’anno precedente ed uno con le righe per evidenziare l’altezza delle lettere sia piccole che alte, queste misure sono poi cambiate negli anni successivi finché in quinta erano solo righe come si usano a tutt’oggi.

Mi sembra in seconda o terza elementare che iniziò l’avventura di dover scrivere con la cannuccia ed il pennino che si doveva intingere nell’inchiostro  contenuto nel calamaio che era posizionato nel foro sul banco in alto a destra. Fortunatamente eravamo dotati di una carta assorbente perché intingendo troppo il pennino si facevano macchie ovunque, perciò, era necessario fare molta attenzione per dosare solo la quantità per permettere di scrivere. Negli anni successivi i pennini non erano solo quelli a punta ma anche altre forme e con quelli facevamo esercizi dei vari caratteri di scrittura, alla fine i temi avevano magari qualche errore grammaticale ma erano scritti bene. Anche per la bella scrittura c’era il voto.

Dalla terza in poi si aggiunse il sussidiario che conteneva tutte le materie. Avevamo i due quaderni a righe ed a quadretti che rimanevano in classe ed erano di bella, gli altri due si portavano a casa per i compiti. Una sola Maestra ci insegnava tutto. Le prime quattro classi elementari erano miste, e con la stessa maestra, La mia fu la sig.ra Carmen, non ricordo il numero degli alunni ma eravamo numerosi. In quinta fummo divisi maschi e femmine, ed erano due i maestri, la nostra era la maestra più anziana di tutta la scuola (Sig.ra Belli) e insegnava solo la quinta alle femmine e per i maschi era il maestro (Sig. Rizzo)

Le materie delle prime due classi erano: Religione – Educazione morale, civile e fisica (che comprendeva anche la condotta)  – Lingua Italiana – Aritmetica e geometria – Disegno e bella scrittura. Dalla  terza classe in poi venivano aggiunte : Lavoro – Storia e Geografia – Scienze e igiene – Canto.

Alla fine del terzo anno si doveva superare un esame,  se promossi si avevano completati gli studi di grado inferiore,  l’esame di quinta per il grado superiore. A differenza di oggi, ai bambini che a fine anno non avevano raggiunto i livelli richiesi, veniva fatto ripetere la classe, non ne facevano un dramma e non subivano traumi, si dava solo la possibilità al bambino di affrancarsi di più.

Allora per poter insegnare alle scuole elementari, bastava  dopo le elementari,  aver frequentato le medie ed i quattro anni per conseguire il diploma magistrale.

Andavo volentieri a scuola e mi impegnavo perché mi piaceva tanto ed ottenevo anche tutti gli anni ottimi risultati. Alla fine del primo anno scolastico ebbi in premio il libro “Pinocchio” di Collodi, grande con la copertina azzurra l’avrò letto non so quante volte perché era l’unico libro che possedevo oltre a quello di scuola. Lo conservo ancora gelosamente anche se un po’ sciupato. (Quello originale, andrebbe fatto leggere a tutti gli scolari).  Dei premi degli anni successivi ricordo:  il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis ed “Il piccolo alpino” di Salvator Gotta.

Quando si arrivava a scuola la bidella ci faceva entrare subito, d’inverno se necessario la si aiutava a portare la legna in classe per mantenere accesa la stufa per riscaldare l’aula. Ci si sedeva al proprio posto, all’arrivo della maestra ci si alzava tutti, si salutava, si diceva una preghiera ed una volta  seduti iniziava la lezione. Io andavo più che volentieri a scuola per imparare tante cose che non sapevo esistessero. Mi piaceva l’aritmetica, alle volte mi meravigliavo perché la maestra finiva di dettare il problema ed io già sapevo come risolverlo mentre alcuni compagni dovevano pensarci tanto prima di trovare la soluzione. Però quando si doveva fare un tema la cosa si invertiva, alcuni iniziavano subito a scrivere mentre io avevo bisogno di più tempo per farmi venire le idee come svolgerlo. Erano frequenti le gare delle tabelline, si dovevano sapere senza alcun indugio ed a memoria si studiavano anche tante poesie, ne ricordo alcune a tutt’oggi.

Alle elementari gli orari erano adeguati ai bambini: dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16 il giovedì e feste a casa.  L’anno scolastico iniziava per tutti il 1° Ottobre sino oltre la metà del giugno successivo. A scuola ricordo di aver visto il  film “La conquista del K2” e ascoltato la canzone  “Vecchio Scarpone

Dopo le elementari ho frequentato tre anni di Avviamento Professionale, le classi erano numerose perché arrivavano dei compagni anche dai paesi vicini. (Per le Scuole Medie avrei dovuto recarmi a Lecco oppure a Sondrio e non era nelle nostre possibilità.) Oltre alle materie di studio, lingua Francese compresa,  avevamo anche pratica. Per i maschi ore di falegnameria mentre le ragazze ore di lavoro ed economia domestica. Ho così imparato a lavorare a maglia, a uncinetto ed a ricamare. Per ricordarci i diversi punti, si facevano dei campioncini quadrati che poi si fissavano con la colla su un album, “Imparaticcio”. Durante l’anno scolastico si eseguivano diversi lavori ed alla fine si esponevano tutti in mostra.

Con le ore di economia domestica avevamo imparato a preparare un pranzo dall’antipasto al dessert. In un locale adibito a cucina  facevamo le varie prove ed esperimenti. Conservo ancora il mio ricettario scritto a mano. Una volta abbiamo fatto dei biscotti e la prof. ha chiesto di portare delle tazze da tè che avremmo fatto merenda tutte assieme, io a casa non avevo servizi da tè o caffè, fortunatamente alcune compagne si offrirono di portarle per tutte.  Anche per Economia domestica a fine anno scolastico si cucinava un pranzo e servito da noi si invitavano tutti i professori. Per quell’occasione la zia sarta mi confezionò un grembiulino bianco da cameriera.

Un altro ricordo indelebile di quegli anni, ricevetti in regalo una grande scatola di 36 colori “Caran d’Ache”. Non riuscirò mai a descrivere la mia meraviglia e la gioia provata allora. A scuola il professore di disegno mi ha insegnato ad usarli, con un pennellino umido si poteva espandere il colore. Il mio grazie, per questo dono, va a dei signori di Milano che possedevano una casa in paese e quando vi soggiornavano venivano da noi a prendere il latte e le uova, creandosi anche una bella amicizia. Per quel ricordo ai miei figli e nipoti ho sempre regalato quel tipo di pastelli.

Anche alla scuola di Avviamento Professionale a fine anno veniva consegnato il premio  consistente in un assegno circolare di Lire 1500 da riscuotere in banca, penso che fosse circa il salario giornaliero di un operaio. Tale somma era offerta, come negli anni precedenti, da una gentile Signora.

Da ognuno dei miei insegnanti ho ricevuto tanto, ma ricordo particolarmente la Signora Carmen maestra delle elementari ed all’avviamento il Prof. Raffa di matematica (la mia materia preferita).  Un giorno il mio compagno Roberto si lamentò perché io venivo poco interrogata ed il professore gli rispose: “Quando è bel tempo si vede dal mattino”.

Grazie ai sacrifici dei miei genitori, dopo l’avviamento ho potuto frequentare a Lecco un corso di segretaria d‘ azienda.

 

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