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Ricordi/Giochi e preghiere

Ricordi/Giochi e preghiere

di Adriana Colli

Non avevamo telefono nè radio. Ho visto la prima televisione in bianco e nero nel solo bar del paese ove arrivava il segnale, fui accompagnata una volta da mio zio per vedere “Lascia o raddoppia” di Mike Bongiorno

Per giocare ricordo una bambola di lana ed una palla fatta con degli scarti di tessuto. Per altri giochi non avevamo bisogno di giocattoli perché si facevano all’aperto con tutti i bambini del vicinato. Bastavano dei sassolini al posto delle biglie, un fazzoletto per giocare a “bandiera”, disegnare dei quadrati in terra e quello era il “castello”, a nascondino “topoli” era sufficiente trovare un angolo per nascondersi, un pezzo di corda per saltare. E non mancava la fantasia per inventarne altri. D’estate dopo falciato si poteva correre nei prati, d’inverno quando c’era la neve il divertimento era poter slittare alla sera al chiaro di luna sulle strade in discesa (non quella che conduceva alla latteria per non scivolare il giorno dopo portando il latte). Ricordo anche che il papà di un compagno di giochi, ogni anno a fine ottobre prendeva una grossa zucca, la svuotava e faceva dei fori per gli occhi, il naso e la bocca , inseriva una candela accesa ed alla sera la appendeva ad un ramo alto di una pianta per essere molto visibile. Il signor Carlo da giovane era emigrato in America e sicuramente ricordava la tradizione americana, l’attuale Halloween.

Divertimenti erano anche gli scherzi che finivano sempre con una risata: il 31 Gennaio si andava fuori le case dei vicini a chiamare qualcuno e se usciva si diceva “l’è foo el ginee”, il 2 Febbraio la stessa cosa ma “l’è foo l’urs de la tana”. Tutti sapevano di questo scherzetto perciò non sempre riusciva. Ai primi di marzo i ragazzi passavano nelle strade con dei campanacci a chiamare l’erba “i marziroo” e tutti davano qualcosa, (non soldi) ma da mangiare poi si festeggiava tutti assieme.

Le fiere del paese ricorrevano tutte il giorno 20 del mese di Gennaio, Febbraio, Maggio e Settembre. Erano un avvenimento, ho il ricordo perché il nonno ci comprava le caramelle a forma di pipa piccola (pipette rosse) e poi arrivava il cantastorie, un signore che attorniato da tante persone raccontava ad alta voce gli avvenimenti di cronaca, nel 1953 raccontava il caso Montesi, avvenuto a Roma, naturalmente allora non sapevo di che si trattasse.

Ci si trovava per i giochi ma anche per andare in Chiesa, soprattutto la domenica, alla Messa “granda” quella delle 10.30 e al pomeriggio per i Vespri, ed era l’occasione per trovarsi con tutti i coetanei della parrocchia. Negli ultimi anni 1940 il nostro parroco era molto anziano, ed era aiutato dai Padri Beterramiti che avevano La Casa Apostolica Santa Teresa del Bambin Gesù dove studiavano numerosi apostolini (i futuri Padri sacerdoti). Nel locale mensa alle volte proiettavano anche dei film a cui ci lasciavano partecipare, mi ricordo quello di Stanlio e Ollio che togliendo le piume a delle galline bianche che poi buttandole in aria sembrava neve ed arrivava subito un cane san Bernardo col botticino di liquore, I Miserabili ed un film interpretato da Alida Valli e Amedeo Nazzari.

Successivamente la Casa fu ristrutturata e divenne Collegio Sacro Cuore con le scuole medie e Geometri. Quando venne chiusa definitivamente fu acquistata dal Comune, che demolita in parte, è stata ricostruita per le attuali scuole elementari e medie.

Noi frequentavamo tanto la chiesetta dei Padri perché era più vicina a casa nostra e poi da loro c’erano le suore che ci facevano catechismo, allora bastava sapere le preghiere e studiare a memoria le domande della dottrina. Io ebbi la preparazione  per la Cresima  a soli 6 anni, perché il vescovo allora non arrivava tutti gli anni, infatti gli altri cresimandi erano molto più grandi di me.  Il padre Albusceri ci insegnava i canti per le funzioni in Chiesa ed in quel periodo gli inni per l’arrivo nella nostra parrocchia della Madonna Pellegrina, Statua che a fine anni 1940 attraversò paese dopo paese tutta la nostra diocesi.

La collaborazione dei Padri Beterramiti continuò per i canti ed altre funzioni anche dopo l’arrivo a Villatico nel 1950 del nuovo parroco Don Domenico  Songini. In quella occasione si organizzò una grande festa ed io fui incaricata di recitare la poesia di benvenuto. Col nuovo Parroco aumentò il nostro coinvolgimento in Parrocchia. Erano tante le celebrazioni che ci si trovava in chiesa, e tante feste solenni. La settimana Santa prima di Pasqua era caratterizzata dalle funzioni molto lunghe che ricordavano la passione e morte di Gesù. La sera del venerdì santo era l’unica processione dell’anno che passava vicino a casa nostra, noi già da giorni prima si cominciava a pulire bene la strada, togliendo i sassi e nel tratto di muro coperto d’ edera si faceva spazio per mettere dei lumini che accendevamo al passaggio del Signore morto, portato a spalla in una bara di vetro, dai giovani della parrocchia. Ricordo pure che in occasione del Venerdì Santo a Delebio, a 7 chilometri da noi, si svolgeva la stessa processione ma di pomeriggio e con tutti i personaggi con i costumi d’epoca, andarci a piedi era troppo lontano, fummo accompagnati  più volte su un carro trainato da un mulo che un nostro vicino solitamente usava per i lavori agricoli, in quell’occasione carico di bambini. L’avvenimento che ricordava una ricorrenza triste, per noi fu sicuramente un divertimento.

Le sere del mese di maggio in Chiesa si recitava il rosario. Per noi oltre che per la devozione alla Madonna, era anche motivo di uscire di casa alla sera perché poi ci si fermava in piazza e la compagnia era più numerosa. Ricorreva pure la Festa del Patrono e per un paio di settimane arrivavano in piazza della Chiesa sempre gli stessi nomadi con la giostra ed il tiro a segno.

Bel ricordo anche della festa di san Rocco il 16 agosto, nella chiesetta sui monti. Veniva celebrata la Messa, i Vespri e la processione, allietata dalla banda di Rogolo (SO). Si saliva a piedi già dal mattino e si cercava il posto (solitamente quello dell’anno precedente) dove si sarebbe mangiato al sacco a mezzogiorno, per quell’occasione la mamma cuoceva una gallina con un ripieno buonissimo ed era anche l’occasione di ritrovarsi assieme tutto il parentado, zii e cugini, considerato che la mamma aveva tre fratelli e cinque sorelle, tutti sposati e con figli. Finite le funzioni religiose ci si divertiva tanto, in più arrivava sempre la signora Peppina con un grande cesto con dei dolci, ricordo le pipette rosse. Il gelataio, signor Masanti arrivava nel pomeriggio con una motocarozzella che trasportava un grande mastello di ghiaccio con il contenitore del gelato fatto manualmente. Alcune osterie di Villatico quel giorno si trasferivano nelle cascine e vendevano vino e birra. Al pomeriggio alcuni suonavano la fisarmonica e tanti ballavano, noi sentivamo solo la musica, i nostri divertimenti di bambini erano altri.

Esiste ancora la festa di San Rocco ma le usanze sono cambiate parecchio, la mia partecipazione tutt’al più è di assistere alla Messa che viene celebrata nella chiesetta, il giorno dopo la ricorrenza. I grandi prati occupati dalle numerose famiglie di allora, a poco a poco sono diventati un bosco. La Banda arrivava anche in occasione della festa della Madonna la terza domenica di ottobre ed anche quel giorno si portava la statua in processione. Alcuni suonatori conoscevano la nonna  inferma, pure lei originaria di Rogolo, e quando venivano a Colico per le varie occasioni, passavano da casa nostra a salutarla e suonavano anche per lei.

Altro giorno che si faceva la processione era per il Corpus Domini, altra Festa Solenne, noi bambine mettevamo il velo bianco della prima Comunione ed avevamo dei cestini con dei petali di fiori che si spargevano camminando davanti al Santissimo. Allora per comunicarsi si doveva essere a digiuno dalla mezzanotte precedente e magari per aver cenato poco alle volte durante la Messa qualcuno sveniva. Alcune feste di ricorrenze religiose sono state soppresse e spostate alla Domenica: Il 19 Marzo San Giuseppe, il 28 Giugno San Pietro e Paolo, L’Ascensione ed il Corpus Domini che cadevano di Giovedì. Anche l’Epifania era stata tolta ma poi fu ripristinata.

Ho condiviso giochi e preghiere perché vicina di casa con l’amica Teresina Mainetti divenuta poi Suor Maria Laura e tragicamente assassinata a Chiavenna il 6 Giugno 2000. E’ stata  proclamata beata nel 2021 a ventun anni dalla morte. La considero la mia Santa in paradiso.

(Nella foto il ritratto di Suor Maria Laura  presente nella chiesa di Villatico eseguito dall’artista derviese  Roberto Algarotti ).

Anche per noi in occasione del Natale “Gesù Bambino” portava dei doni che si ripetevano ogni anno uguali: alcuni mandarini, noccioline, caramelle e negli anni scolastici anche matite, quaderni e i pastelli (6 colori piccoli) “Giotto”. Nei giorni Natalizi si mangiava anche il panettone perché portando al panettiere le nostre uova ed il burro in base al valore degli stessi ci dava dei panettoni. La notte di Natale mi ricorda che da ragazzina forse a undici o dodici anni andai alla Messa di mezzanotte, quell’anno non c’era neve anzi tante stelle e un vento non proprio freddo, mi accorsi che il golfino azzurro che portavo aveva una macchia. Arrivata a casa lo lavai e steso fuori, al mattino solo un pochino umido, finii l’asciugatura col ferro da stiro in ghisa che si scaldava sulla stufa e lo rimisi pulito per partecipare alla Messa (granda) delle 10.30. Quello era un golf per la festa ed era stato fatto da una  signora che aveva la macchina da maglieria.

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Don Domenico Songini

Suor Maria Laura 

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