di Padre Innocenzo
S. Caterina 25 agosto 2012
Al mattino ho fotografato le vette illuminate dal sole nascente e poi sono rimasto per qualche minuto a contemplare lo spettacolo dei monti e del villaggio turistico.
Verso le 8.00 ho incontrato due degli scalatori del monte Musa che, un po’ stanchi, erano ridiscesi a valle. Erano molto contenti di aver ammirato e fotografato lo spettacolo goduto all’apparire dell’alba e del sole nascente sul Mar rosso.
Alle ore 9.00, a piedi siamo saliti per un largo sentiero sabbioso al monastero di Santa Caterina. Il cenobio fortezza sorge ai piedi del monte di Mosè a 1500 metri di altitudine e quasi 600 metri lontano dal villaggio turistico. Il sole era già cocente e, raggiungere a piedi il monastero, è stato faticoso.
Alle 9.30 siamo entrati per una visita guidata. Vittorio, la nostra guida, prima di entrare ci ha fatto alcune raccomandazioni necessarie per la visita. Il monastero fu edificato per opera di S. Elena, madre di Costantino. distrutto parzialmente, fu ristrutturato dall’imperatore Giustiniano. Egli diede al monastero l’aspetto di fortezza. Nel monastero esiste ancora oggi un pozzo di acqua sorgiva che permette, in quest’oasi, di vivere. Il cenobio è abitato da monaci ortodossi.
Dopo aver visitato il famoso roveto ardente, la guida ci ha condotto in chiesa. Essa non è tanto grande, conserva preziose icone e lampade d’argento. La chiesa prima era dedicata alla Theotocos (Madre di Dio), in seguito a Santa Caterina martire di Alessandria d’Egitto. All’inizio della navata centrale c’è un altare dove si vedono in una teca alcune reliquie ossee di S. Caterina. Numerose icone pendono dalle pareti della chiesa. Tante, ce ne sono anche nell’atrio della chiesa ma, per la poca luce, si ha difficoltà ad osservarle. Si nota, all’ingresso, la porta di legno risalente all’imperatore Giustiniano.
Nel giardino del monastero crescono diverse piante di olivo, datteri e cipressi. Qui, i monaci coltivano anche un po’ di verdura ed agrumi.
Terminata la visita siamo ridiscesi al villaggio.
Lungo la strada sabbiosa c’erano diverse persone che offrivano dei piccoli sassi che contengono un minerale cristallino come un fiore di rosa bianca. Ho dato un euro ad un fanciullo ed egli mi ha consegnato uno di essi a due pezzi che nell’interno ha il cristallo. Ridiscesi al villaggio, dopo aver caricato i bagagli, siamo ripartiti con il torpedone. Non ci si stancava di ammirare lo scenario stupendo delle rocce illuminate dal sole.
Prima di mezzogiorno, percorrendo la strada che costeggia il Mar Rosso, siamo arrivati a Nuweiba. La guida ci ha distribuito una confezione di cartone contenente il pranzo che il ristorante del Sinai ci aveva preparato alla partenza.
Alle ore 14.00 dopo aver fatto tutte le operazioni di imbarco, siamo saliti sull’aliscafo per Aqaba. Il viaggio è durato circa due ore. l’aliscafo era comodo e signorile. A bordo c’era solo il gruppo di pellegrini della Tonello.
Molti sono saliti al piano superiore, ove si godeva uno spettacolo interessante del Mar Rosso e c’era, a bordo, anche il bar. Alcuni, però, sono rimasti al piano inferiore per riposare e dove c’era l’aria condizionata. Nella traversata del mare alcuni hanno detto di aver visto anche i delfini.
Siamo arrivati ad Aqaba verso le 16.00. Qui abbiamo dovuto spostare le lancette dell’orologio un’ora avanti per il cambio del fuso orario della Giordania.
Usciti dal porto, la cittadina di Aqaba ci si è presentata bella e accogliente, come quasi tutte le località giordane. Al porto abbiamo trovato la nuova guida che si chiama Giuseppe. Egli conosce bene la nostra lingua, è figlio di madre egiziana, professa la religione cristiana ortodossa.
Per tutta la permanenza in Giordania ci ha fatto da cicerone illustrandoci le bellezze naturali ed artistiche di questo bel Paese nel mondo arabo. La Giordania è chiamata la Svizzera orientale. E’ governata da un re e dalla regina Rania di religione cristiana, la quale è amata dal popolo per tante sue opere nel sociale.
Dal porto di Aqaba, raggiunto il pullman, abbiamo caricato i nostri bagagli e ci siamo trasferiti all’hotel, dove, dopo che ci sono state assegnate le camere, abbiamo cenato.
Dopo la cena verso le ore 21.00 abbiamo celebrato, in un salone sopra il refettorio, la santa Messa prefestiva, perché l’indomani non sarebbe stato possibile celebrare.
In albergo c’era anche il festeggiamento di uno sposalizio arabo ed è stato interessante vedere i costumi di questa terra di Giordania.
Pellegrinaggio in Esodo di Padre Innocenzo
[Egitto – Sinai – Giordania – Israele]
fotografie di:
Laura Viganò
Ileana Della Matera
*** Cliccandoci sopra, le fotografie si ingrandiscono
Diario di viaggio/anzianiincasa_ 2019