di Padre Innocenzo
Questa mattina da Betlemme siamo saliti a Gerusalemme e poi raggiunto il Monte degli Ulivi. Dal piazzale del monte c’è una splendida visione della Città Santa.
Accanto ad una moschea in vetta al monte abbiamo ammirato la Città Santa
La Chiesa cristiana trasformata in moschea dai musulmani era, questa mattina, ancora chiusa, dopo che il custode ha fatto una superficiale pulizia, siamo potuti entrare per osservare il luogo indicato della gloriosa Ascensione di Gesù al cielo, secondo gli Atti degli Apostoli di San Luca e la tradizione.
“La cappella dell’Ascensione è un edificio ottagonale a cupola in cima al Monte degli Ulivi, che indica il punto da cui Gesù ascese al cielo. Un santuario rotondo eretto sul luogo nel 380 fu parzialmente distrutto dai Persiani nel 614. Fu ricostruito in seguito dai Crociati che costruirono una cappella poligonale a cielo aperto e circondata da un muro ottagonale. L’edificio attuale, con i suoi capitelli incrociati finemente intagliati, è il rudere di questa chiesa, trasformata in moschea dopo la conquista di Gerusalemme nel 1187 da parte del Saladino e della sua cappella centrale ricoperta da una cupola. La cappella fu la principale ispirazione per la Cupola della Roccia.
In questo luogo, un viaggio distante un giorno sabbatico da Gerusalemme, Gesù risorto si separa dai suoi discepoli, dopo che si erano incontrati quaranta giorni dopo la sua crocefissione.
All’interno c’è una pietra con l’impronta di un piede che si dice sia stata impressa da Gesù quando è asceso al cielo. Alla festa dell’Ascensione, quaranta giorni dopo la Pasqua, le varie confessioni cristiane celebrano le loro cerimonie.”
Dalla vetta del Monte degli Ulivi poi scendendo a piedi ci siamo diretti alla Chiesa del Pater Noster.
Questo luogo è bello da vedersi.
Attualmente è un monastero abitato dalle Carmelitane. Davanti alla chiesa e al chiostro c’è un giardino con fiori e piante.
“La chiesa del Pater Noster fu originariamente eretta nel quarto secolo dall’imperatrice Elena, madre di Costantino.
La grotta ove Gesù insegnò ai discepoli la preghiera del Padre nostro è ora una cappella il cui chiostro è adornato con piastrelle smaltate che riportano il testo della preghiera tradotto in più di 60 lingue, incluso il braille.”
Sempre scendendo a piedi la strada che porta all’Orto degli Ulivi, ci siamo fermati a visitare i cimiteri del Monte degli Ulivi
Abbiamo, poi, raggiunto la Chiesa del Dominus Flevit. Essa si erge di fronte al Monte del tempio e ricorda il luogo dove Gesù con gli apostoli, osservanti le bellezze del Tempio e l’incredulità degli abitanti di Gerusalemme, pianse dicendo loro che di quelle bellezze di edifici, del Tempio e di Gerusalemme non sarebbe rimasto pietra su pietra.
“Uno degli ultimi incarichi dell’architetto italiano Antonio Barluzzi prima della sua morte fu la cappella Francescana del Dominus Flevit, eretta nel 1956 sulle rovine della chiesa bizantina. A sinistra dell’entrata, si possono ammirare parti del mosaico del quinto secolo. Si dice che qui Gesù abbia pianto per la prossima distruzione di Gerusalemme di conseguenza la Chiesa ha la forma di una lacrima, Dalla cappella si gode una stupefacente vista della città vecchia di Gerusalemme”. La grande finestra di vetro, all’interno della Chiesa, non permette solo l’entrata della luce ma evoca, nel simbolo del Calice con l’Ostia, il Memoriale celebrato quotidianamente sopra l’altare in una felice composizione artistica con un significato sia storico sia geologico.
Quasi al termine della ripida discesa della strada asfaltata siamo arrivati all’Orto del Getsemani.Qui dopo aver fatto una sosta in preghiera nella Basilica vicino la roccia ove era prostrato Gesù in agonia sudando sangue, siamo usciti nel Giardino del Getsemani, e dopo aver ascoltato le notizie storiche sulla basilica e visitato la grotta della cattura, abbiamo raggiunto la tomba della Madonna vicino al torrente Kedron.
“Sulle pendici inferiori del Monte degli Ulivi c’è ancora oggi un boschetto di otto maestosi ulivi secolari. Da questi alberi e dai loro frutti deriva il nome Getsemani: gatshamna significa pressa da olive in Aramaico. Il giardino è ben tenuto dai frati Francescani. Fu qui al Getsemani che Gesù venne a pregare con i suoi discepoli. Qui si è scoraggiato e fu tentato di trovare una via di uscita, solo per superare infine la debolezza della carne ed accettare la volontà divina. Tradito da Giuda Gesù fu arrestato dai soldati del Grande Sacerdote e portato via per essere accusato. Il punto focale del Getsemani è la Basilica dell’Agonia, il cui frontone a mosaico blu d’oro è visibile da lontano. Conosciuta anche come Chiesa delle Nazioni, perché patrocinata da varie Nazioni fu eretta da Barluzzi nel 1924 sulle rovine di due precedenti chiese, una bizantina e una di epoca crociata. Il mosaico della facciata frontale opera di Bargelli, dipinge Cristo che si sacrifica per la sofferenza propria e del mondo. – … Egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime e fu esaudito per la sua pietà (Ebrei 5,79). Sotto la roccia ci sono i quattro evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni. All’interno della chiesa davanti all’altare maggiore c’è la roccia dell’Agonia su cui Gesù, secondo la tradizione ha pregato e sudato sangue la notte prima del suo arresto. La roccia è circondata da una corona di spine di ferro battuto. Il dipinto sopra l’altare mostra un angelo che conforta Gesù”.
Accanto al torrente Ke(i)dron è sita la tomba della Madonna. Si arriva alla cappella scendendo una scala. Ora davanti all’entrata hanno costruito due muraglioni per deviare l’acqua del Kedron, che quando il torrente nei temporali si ingrossa, scarica l’acqua per la gradinata, allgando la cappella.
Ultima visita è stata la chiesa della Tomba di Maria. Qui siamo entrati prima di tornare a Betlem per il pranzo.
La chiesa della Tomba di Maria è di rito greco-ortodosso. Come in tutte le chiese ortodosse ci sono tante lampade che scendono dalla volta e alcune belle icone. La più importante che ispira devozione è l’immagine di Maria Vergine col Bambino Gesù in braccio, esposta dietro la tomba vuota dove fu deposta la Vergine Maria dopo la sua morte.
Qui siamo rimasti pochi minuti a pregare, risaliti alla luce del giorno e raggiunto il torpedone, siamo ripartiti per Betlemme a pranzare.
“Una maestosa scalinata scende alla cripta dove Maria fu sepolta e poi assunta in cielo.
Questa grotta a lume di candele fu costruita dai Crociati ed oggi gestita dagli Armeni e Greco-Ortodossi.
Nella chiesa ci sono altari dedicati a Gioacchino ed Anna, genitori di Maria Vergine. Anche la regina Melisanda, che regnò in epoca crociata, è sepolta qui.”
Foto d’archivio:
Pellegrinaggio in Esodo 22 agosto/1 settembre 2012
[Egitto – Sinai – Giordania – Israele]
Fotografie di:
Laura Viganò
Diario di viaggio/anzianiincasa_ 2020