di Padre Innocenzo
Oggi verso le 8.00 dopo aver caricato i bagagli, partiamo per il ponte di Allenby per entrare in Israele.
Il tempo è bello.
Dopo essere passati ancora per la città di Madaba, abbiamo fatto diversi chilometri per la superstrada, poi ci siamo diretti verso le colline e da esse per una strada sempre in discesa siamo arrivati nella valle del Giordano, quasi a 400 metri sotto il livello del mare Mediterraneo.
Alla frontiera nella località di Allenby abbiamo trovato tante persone per entrare in Israele. Dopo le pratiche di frontiera con i bagagli siamo saliti sul pullman di Israele. Il torpedone non era così comodo come quello della Giordania. I sedili e i portabagagli dove si mettono i bagagli a mano sopra i sedili non erano tanto larghi.
Fuori dal piazzale ci ha accolti una distinta signora che parlava l’italiano con accento romano, era la guida di nome Alessandra. Lei per tutto il tempo che è stata con noi ci ha illustrato, con competenza, la storia e le bellezze naturali ed artistiche della Terra Santa.
Giunti a Gerico, abbiamo pranzato in un hotel moderno, al secondo piano dove siamo arrivati in ascensore.
L’aria condizionata mitigava il caldo della città che è nominata diverse volte nel Vecchio e Nuovo Testamento.
Gerico sorge a circa 10 km dal Mar Morto, in una bella oasi verde in mezzo a un ambiente desertico ed è una delle più antiche città del mondo.
Dopo il pranzo abbiamo raggiunto il centro della città per ammirare e fotografare un secolare Sicomoro, su un dei quali, come ci racconta il Vangelo, si era arrampicato Zaccheo piccolo di statura per vedere meglio Gesù quando sarebbe passato in mezzo alla folla.
Qui, la guida Alessandra ha iniziato a raccontarci tante cose. Mentre lei parlava, alcuni rivenditori ci offrivano i loro prodotti. Ho comperato una bella confezione di datteri.
Dopo aver raggiunto la periferia della città siamo saliti a piedi su un Tell* (*collina artificiale dall’accumularsi di città e di civiltà scomparse. Quella di Gerico si erge a circa 30 m. circa sopra la piana vicina e ha una superficie di circa 4 ettari)
per osservare degli scavi dove si vedono tanti strati di costruzione della biblica antica città di Gerico.
Dietro il tell si innalza con tutta la sua bellezza il Monte della Quarantena (Gebel Quarantal) così chiamato perché secondo la Tradizione Gesù avrebbe trascorso i 40 giorni di solitudine e di digiuno dopo il battesimo ricevuto da Giovanni in una delle numerose grotte che vi si trovano. Al termine di questi giorni sperimentò, come uomo, anche la tentazione da parte del diavolo (Mt 4,1-2).
La Tradizione ha anche indicato la grotta precisa abitata da Gesù, trasformata poi in cappella.
Sulla questa scia, altre caverne sono diventate altrettante celle per eremiti e monaci che hanno voluto vivere l’esperienza di Gesù e, in seguito, è stato costruito un originale monastero per quei monaci (l’attuale risale al 1895).
Il caldo nelle prime ore del pomeriggio era tanto. Terminata la visita, siamo risaliti sul torpedone per percorrere la strada asfaltata che si snoda per la valle del Giordano.
Mi hanno colpito i campi di frutteti di palme di datteri che nel 2000 non c’erano ancora.
Dopo 12 anni Israele ha concesso ai palestinesi di piantare tante palme che producono il frutto dolce e nutriente, che per il caldo cresce e matura nella Valle del Giordano insieme alle piccole e saporite banane, di cui non abbiamo potuto gustarne nessuna in tutto il territorio di Israele.
Percorrendo la Valle del Giordano siamo arrivati in vista del Monte Tabor.
Ovunque si incontravano campi verdi e laghetti artificiali come riserve di acqua per irrigare i campi.
Abbiamo visto anche campi coltivati a cotone. Lasciata poi la Valle del Giordano siamo saliti su un colle che conduceva a Nazareth
Foto d’archivio:
Gebel Quarantal
Laghetto artificiale
In viaggio
Verso Nazareth
Pellegrinaggio In Esodo di Padre Innocenzo
[Egitto – Sinai – Giordania – Israele]
Fotografie di:
Laura Viganò
Ileana
Della Matera
Diario di viaggio/anzianiincasa_2019