di Padre Innocenzo
“Questa zona era abitata dagli Edomiti, al tempo di Mosè, la loro capitale si chiamava Sela (roccia, rupe). Una volta a Petra si entrava a cavallo, ora si entra a piedi percorrendo un lungo tunnel chiamato Siq.
Due pareti rosse si innalzano ai lati per aprirsi a cielo azzurro. A tratti si incontra il vecchio selciato romano, ai lati corre il canaletto di rifornimento di acque per tutta la città, propiziata da divinità pagane intagliate alle pareti.
All’improvviso appare una facciata intagliata dal sole, d’arenaria tutta lavorata a forma di tempio classico con colonne corinzie.
E’ il tesoro.
La sorpresa lascia a bocca aperta tanto è inattesa quest’arte in un ambiente selvaggio.
Da qui inizia la visita alla città, tutta chiusa dentro pareti di calcare rosso striato di tanti colori che mettono in luce la presenza di minerali diversi.
Siamo, a prima vista, in una città di morti.
A destra e a sinistra sono intagliate tombe,
di diversa grandezza, con sincretismi di stili diversi: opere realizzate tra il primo ed il VI secolo a.C. e il terzo d.C.
Dietro ogni facciata scolpita si aprono camere: alcuni loculi mortuari scavati nel pavimento; in altre si trovano tavole e banchi di sasso, usati per banchetti sacri in memoria dei defunti.
Molte grotte furono anche veri e propri magazzini.
Recentemente è stata messa in luce una grande basilica di epoca bizantina con pavimento musivo e battistero nell’atrio. Si sono trovati papiri risalenti al VII secolo che testimoniano la permanenza cristiana fin oltre l’arrivo degli arabi.
Passata l’epoca nabatea e romana, qualcuna di queste grotte, con le più belle facciate, furono trasformate in chiese (si riconoscono per le tre absidi) o in abitazioni.
La zona fu scelta – verso il 500 a.C. dalle tribù beduine dell’Arabia che controllavano i traffici del deserto come città deposito; in seguito divenne città residenziale centro di “dogna – pedaggio” per tutte le crovane che trovavano qui col “dazio” una scorta e una sicurezza di transito.
Divenne, così, un centro molto ricco, perché difeso dalle sue montagne. Il suo periodo di massimo splendore fu sotto re Areta II “110 – 96 a.C., Areta III “87 .72” a. C., Areta IV (9 a. C. – 40 d.C.), quando spinse il suo dominio fino a Damasco. Fu conquistato dall’Imperatore Adriano nel 106 d. C. che ne fece la capitale di una provincia romana 6 d.C.
Quando Roma portò il traffico delle spezie via mare (cioè dal sud Arabia fino a Suez, e da qui a Nilo – Alessandria – mediterraneo), l’antica via delle spezie (Arabia, Petra, Neghef, Gaza) decadde e Petra incominciò il suo declino commerciale. la regione si sviluppò poi valorizzando l’agricoltura e ponendo la sua capitale al nord, Borsa, in Siria).
Ebbe ancora un ricco sviluppo come città nel periodo bizantino. Con l’invasione araba del VII secolo tutto fu abbandonato.
Ne scoperse il sito solo nel 1812 l’archeologo svizzero Burkhardt. Quello che si vede oggi sono tombe, ma la città (bassa) doveva essere molto curata nelle case private e negli edifici. Dell’epoca romana (II sec.) è rimasto un bellissimo teatro scavato nella roccia, e più sotto una via lastricata con arco romano, botteghe e il grande tempio dedicato a Zeus” (cit.)
Petra è una stretta valle lunga circa un chilometro e mezzo formata da due pareti di roccia
percorribili a piedi
o in calesse tirato da un cavallo.
Alla fine della valle si osserva una chiesa scavata nella roccia.
Ci siamo fermati dove risiedono i beduini.
Dopo aver terminato la visita, alcuni a piedi e altri in calesse siamo ritornati in piazza dove era parcheggiato il pullman.
Siamo partiti per Amman, seguendo sempre la via dei re.
Siamo giunti all’hotel della capitale della Giordania di sera verso le 19.30.
Qui, dopo che ci sono state assegnate le camere, abbiamo cenato verso le 20.30
Foto d’archivio:
26 agosto 2012 ore 13.45
Petra
Pellegrinaggio in Esodo di Padre Innocenzo
[Egitto – Sinai – Giordania – Israele]
Fotografie di:
Laura Viganò
Ileana Della Matera
Diario di viaggio/anzianiincasa_2019