di Padre Innocenzo
Alle 8.00 abbiamo lasciato l’albergo diretti verso il Sinai. Tutto il giorno abbiamo percorso tanti chilometri.
Dal Cairo ci siamo diretti verso nord per il Canale di Suez ad El Shat sotto un tunnel di quasi 125 metri lungo.
Abbiamo attraversato il Canale a piedi asciutti, come gli Ebrei, loro per il ritiro delle acque, noi seduti in pullman. Poi abbiamo proseguito per Abu Rudeis dove si vedevano lungo la strada tante ville.
“Attraversato il canale, siamo entrati nella penisola del Sinai. La strada era costeggiata dal Mar Rosso, d’un azzurro intenso e a est, qui nel Sinai, da una piatta pianura appena ondulata da piccoli rilievi sabbiosi. E’ il deserto del Shur. Uno di questi- sulla destra, di fronte al mare, tra un gruppo di palme da cui sbucano beduini e bambini in quantità, ventesimo chilometro, è la piccola oasi AYOUM MUSA. Vi sono due piccole sorgenti -molto abbandonate- dalle quali, ad intermittenza, si vede l’acqua pullulare a bollicine.
Il nome di Mosè è tutto quello che è rimasto del suo antico passaggio, forse il suo primo accampamento.
E’ qui che la Tradizione identifica il posto di MARA il posto in cui l’acqua salmastra è stata resa dolce da un legno -forse da qualche arbusto disinfettante. (Es. 15,22-26) I Padri della chiesa hanno visto in quel luogo salvifico il legno della croce”
A Mara ci siamo fermati e, appena scesi dal torpedone, ci sono venuti incontro tanti bambini ai quali ho dispensato un cartoccio di caramelle alla menta. Erano così felici e non ci lasciavano più salire sul mezzo. Abbiamo fatto alcune foto con loro e poi siamo ripartiti.
Verso mezzogiorno ci siamo fermati per una ventina di minuti sulla spiaggia.
Il mare Rosso era limpidissimo.
Io mi sono scalzato e bagnato i piedi.
L’acqua era calda.
Dopo ci siamo fermati all’hotel “Paradiso” dove abbiamo pranzato.
Subito dopo siamo ripartiti per Wadi Mokkared. Sul mar Rosso si vedevano sette grandi petroliere che al canale di Suez proseguivano per il sud.
Quando abbiamo iniziato ad inoltrarci nel gruppo dei monti abbiamo proseguito per la valle di rara e suggestiva bellezza. Prima del tramonto siamo scesi ancora sul mare per vedere la famosa Sharm el Sheik.
Poi siamo ritornati in mezzo alle montagne del Sinai. Il sole che stava per tramontare, illuminando le rocce, creava uno spettacolo incantevole.
Ogni tanto si incontravano posti di blocco con militari che ci hanno tenuti fermi alcune ore.
Tramontato il sole, abbiamo fatto una sosta per i servizi e per fare il pieno del pullman in mezzo ai monti aridi. Nello scendere dal torpedone, quando da poco era tramontato il sole, si respirava un’aria calda e secca. Ad alcuni chilometri dal monastero, siamo stati bloccati per diverso tempo in attesa che arrivasse la scorta militare. Ripartiti, siamo arrivati ad un altro posto di controllo militare. Solo verso le 22.10 siamo giunti al villaggio turistico alberghiero del Sinai nel quale ci saremmo dovuti arrivare nel tardo pomeriggio.
La cena è stata assai frugale. Dopodiché siamo stati accompagnati in una camera doppia. Erano le 23, l’aria a 1500 metri di altitudine si era un po’ rinfrescata e noi, stanchi per il lungo viaggio, ci siamo coricati.
I pochi che, nonostante la stanchezza per il lungo viaggio, avevano deciso di salire alla vetta di Mosè, sono partiti verso mezzanotte e trenta con la guida, per trovarsi in vetta a vedere e fotografare l’alba che appariva all’orizzonte sul mar Rosso.
La luna era al primo quarto e non illuminava sufficientemente bene il sentiero, ma gli scalatori erano muniti di torce .
Poco prima dell’alba sono arrivati in vetta e hanno fotografato l’alba scattando delle foto stupende. Ma non tutti sono riusciti ad arrivare in vetta. Una signora si è fermata per strada perché, scivolando, si era ferita lievemente.
Pellegrinaggio in Esodo di Padre Innocenzo
[Egitto – Sinai – Giordania – Israele]
fotografie di:
Laura Viganò
Ileana Della Matera
Diario di viaggio/anzianiincasa_2019