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Pellegrinaggio a Santiago di Compostela/7_10 settembre 2006

Pellegrinaggio a Santiago di Compostela/7_10 settembre 2006

di Gabriella Buzzetti Scuffi

7 settembre/ Larrasoaña – Cizur Menor – Km. 22  – h. 9.10 di cammino

Partiamo da Larrasoaña alle 6.30.
È una camminata molto dura per la mancanza di carburante (la colazione); finalmente troviamo un bar dopo Arre, alle 10.30 circa. Da lì proseguiamo il cammino tra parecchie coltivazioni di ortaggi e campi fino a raggiungere il ponte Magdalena.
Qui sostiamo un momento prima di attraversare il ponte per poi entrare nella città di Pamplona. Leviamo gli scarponi, li appendiamo allo zaino, e con grande sollievo bagniamo i piedi sotto l’acqua fresca di una fontana. Infiliamo i sandali e ci rimettiamo in cammino. Giungiamo in cattedrale verso le ore 12. Visitiamo la chiesa e qui ci pongono il
sello.
Acquistiamo poi i panini, vino bianco ed uva e pranziamo vicino ai giardini della città. Si riparte per lunghi viali di periferia: quasi all’uscita purtroppo abbiamo sbagliato
percorso, perché in città il noto segnale della conchiglia è piccolo e si confonde facilmente con i parecchi segnali stradali.
Una signora, capendo che siamo dei pellegrini, ci ferma e ci indica il giusto percorso. Quindi, dopo un paio di chilometri, ritroviamo finalmente il segno della conchiglia. Usciti da Pamplona facciamo una faticosa salita e alle 15,50 circa arriviamo a Cizur Menor, dove troviamo subito un piccolo e simpatico rifugio.
Durante il pomeriggio appaiono alcune nuvole, ma fa ancora molto caldo. Approfitto del bel tempo per fare bucato. Ceniamo di nuovo in compagnia di parecchi pellegrini; è molto bello perché ci si sente tutti affiatati e ci si racconta a vicenda le difficoltà e le soddisfazioni della giornata. Durante la notte scoppia un tremendo temporale, mi preoccupo per il giorno dopo, che invece si è rivelato bellissimo.

8 settembre/Cizur Menor – Puente la ReinaKm. 19,5 + 3-4 km. per deviazione a Eunate –  h. 7,30 di cammino

Partiamo alle 6,40, camminiamo come al solito con il buio; iniziamo una salita in mezzo ai campi di grano con un bel fresco e con un magnifico panorama verso l’Alto del Perdon con i caratteristici mulini a vento ed il monumento al pellegrino. Qui facciamo un breve sosta per fare fotografie e per ammirare il paesaggio dall’alto. Su questa altura soffia un vento molto forte ed i mulini girano tutti in sintonia creando uno splendido spettacolo.
Riprendiamo il cammino in discesa con una forte e faticosa pendenza a causa della strada molto sassosa. Qui incomincio ad avere un po’ di problemi con lo zaino, in quanto non è proprio specifico da trekking, e quindi non si appoggia bene ai fianchi, ma Sergio trova una soluzione legandomelo alla vita con un laccio, ed ecco che va meglio. Facciamo colazione a Uterga e si riparte deviando per Eunate.

Arriviamo alle 12, visitiamo la bellissima chiesetta ottagonale e facciamo rifornimento di acqua.
Di nuovo in cammino alle 12,30; fatichiamo parecchio perché c’è un sole cocente e le piante per l’ombra sono rare. Attraversiamo campi vastissimi di girasoli che sembra non finiscano mai, poi finalmente vediamo in lontananza Puente la Reina.
Alle 14,10 raggiungiamo il rifugio, facciamo una veloce doccia e subito andiamo alla ricerca di un ristorantino e calmiamo la nostra fame con un bel piatto di verdure miste e un buon vino. Dopo un breve riposo facciamo un idromassaggio ai piedi nel ruscello che attraversa il prato del rifugio, e così parecchi pellegrini seguono il nostro esempio.
Visitiamo Puente la Reina con il suo magnifico ponte, fatto costruire nel Medioevo da una regina per i pellegrini, per facilitare l’attraversamento del corso d’acqua durante le piene. Questa è stata una giornata piuttosto faticosa; in alcuni momenti sotto il sole forte mi sembra di non farcela, ma poi una forza interiore aiuta e dà coraggio, e solo così si riesce a continuare.

9 settembre/Puente la Reina – Estella – Km. 22 – h. 7 di cammino

È un cammino tranquillo e abbastanza facile. Dopo una ripida salita arriviamo a Mañeru dove sostiamo per mangiare lo yogurt.
A Ciriaqui osserviamo la tipica tostatura dei peperoni, fatta con gli stessi attrezzi che noi usiamo per le caldarroste; qui Sergio mi fa una fotografia con un contadino mentre sta tostando, poi poniamo il sello e usciamo dal paesino attraversando un ponte romano e ci inoltriamo in campi con un intenso profumo di anice e di altre erbe aromatiche.
A Lorca sostiamo in una bella piazza con una fontana e delle panchine, beviamo acqua fresca e mangiamo le pesche. Qui ci si ritrova con alcuni amici pellegrini conosciuti nelle tappe precedenti. Pochi metri dopo troviamo un bar dove beviamo un desiderato caffè.

Di nuovo poniamo un sello a Villatuerta e, dopo circa un’ora, giungiamo a Estella, una cittadina piuttosto grande, che visitiamo nel pomeriggio. Anche qui troviamo un’ottima sistemazione. Mentre aspetto l’apertura del rifugio Sergio e Claudino vanno alla ricerca di un negozio per l’acquisto di frutta e altro. Il tempo è sempre bello e molto caldo, quindi dopo esserci sistemati approfitto di nuovo per un gran bucato

10 settembre/Estella – Los Arcos – Km. 22 – h. 6,10 di cammino

Attraversiamo la città col buio e raggiungiamo abbastanza in fretta il Monasterio de Irache dove troviamo la caratteristica fuente dell’acqua e del vino. Qui, come tutti i pellegrini, quasi come un rito, assaggiamo il vino e naturalmente facciamo la foto. Subito dopo, non vedendo la deviazione a destra, imbocchiamo un lungo percorso in salita sulla sinistra: sempre segnalato come Camino de Santiago, ma che evita i villaggi di Azqueta e Villamajor de Monjardin, pertanto per alcune ore non troviamo anima viva; solo scendendo finalmente al minuscolo villaggio di Luquin possiamo rifornirci di acqua fresca, ma niente negozi e bar. Un pezzetto di cioccolato e via, fino a ricongiungerci finalmente con  l’altro percorso, più frequentato.
Il paesaggio è piuttosto monotono, con vigneti e campi di grano: solo enormi cataste di balle di paglia ci offrono un po’ di ombra per brevi soste. Dopo un paio d’ore si raggiunge Los Arcos, ma il rifugio si fa desiderare fino alla fine del paese, dove molti pellegrini stanno già attendendo in coda l’apertura.
Trascorsi circa una ventina di minuti veniamo sistemati in una camera a quattro letti. Dopo un breve riposo andiamo alla ricerca di cibo ma, essendo domenica, non riusciamo a trovare ristoranti disponibili, quindi comperiamo il necessario in un negozietto e torniamo al rifugio dove consumiamo il nostro pranzo in pace nel prato antistante.Nel frattempo riacquistiamo le forze e così facciamo un giro in paese e alle 19 andiamo a messa nella bellissima chiesa con tanti archi (è forse per questo che il paese si chiama Los Arcos).
Al termine della messa riceviamo l’immagine con la preghiera del pellegrino, ognuno nella propria lingua, e poi finalmente a cena. Allo stesso tavolo ci troviamo con un pellegrino italiano della provincia di Como, che sta facendo il Cammino da solo in bicicletta. Ci si fa compagnia e ci si racconta a vicenda avventure ed emozioni.
Questa sera iniziamo a fare massaggi di Voltaren alle gambe perché si incomincia a sentire un po’ di disturbi, ed applichiamo pure alcuni cerotti ai piedi.

 

Il mio Pellegrinaggio a Santiago di Compostela

 

foto d’archivio

 

Diario di viaggio/anzianiincasa_ 2021

 

 

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