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Pellegrinaggio a Santiago di Compostela 16_21 settembre 2006

Pellegrinaggio a Santiago di Compostela 16_21 settembre 2006

di Gabriella Buzzetti Scuffi

16 settembre / Ferreiros –  Palas de Rei – Km. 33 – ore 10.15 di cammino
Partiamo alle 6.30 e per un’ora camminiamo con un cielo stellato, poi davanti a noi le stelle spariscono. Si pensa a un nuovo peggioramento del tempo, invece ci troviamo immersi nella nebbia fitta che non ci lascia fino a tarda mattinata. Abbiamo i capelli e gli indumenti bagnati e dalle piante, data la forte umidità, pare che piova. Verso le 8.30 troviamo il cippo dei 90 km. e subito dopo il ponte sulla diga di Puerto Marin. Man mano che incrociamo un cippo, ed in conseguenza i chilometri calano, l’emozione sale perché ci si sente ormai prossimi alla meta.
La nebbia ci abbandona verso le 11.30 e, continuando per un facile sentiero, arriviamo verso mezzogiorno a Castromarin, dove troviamo un bar. Qui gustiamo all’aperto un ricco piatto di insalata mista, con vino freddo e non buono, ma con un sole bellissimo che ci asciuga e riscalda. Continuiamo a camminare fino alla nuova sosta in un bar per un breve riposo; qui troviamo tre pellegrini inglesi che stanno facendo il cammino in bicicletta, ci scambiamo piacevoli battute, e come di consuetudine ci auguriamo un “
buen camino”. Si riparte, attraversiamo parecchi piccolissimi paesi immersi nell’immancabile tanfo del mais fermentato.

Si arriva a Palas de Rei alle 16,45. Appena entrati nella cittadina ci troviamo davanti ad una chiesa, che subito visitiamo e dove ci pongono 2 sellos, ci dirigiamo poi verso il rifugio che troviamo al completo. L’ospitaliero di questo rifugio ce ne indica uno privato,
che si trova piuttosto vicino e qui per fortuna troviamo ospitalità. Dopo la doccia massaggiamo i piedi con Voltaren, sperando di poter ottenere un po’ di sollievo. Verso le 21, davanti al nostro
albergue si svolge una festa popolare, con tanta musica e le “chicas show” che cantano; le ascoltiamo, purtroppo solo per un momento, perché ci ritiriamo nel nostro sacco a pelo a ricaricare le energie per il mattino seguente.

 

17 settembre/Palas de Rei-Arzua Km. 33 – ore 9.30 di cammino 
Partiamo di nuovo con la pioggia che ci accompagna per alcune ore. Facciamo fatica ad individuare la strada, però i cippi ogni 500 metri ci guidano con una certa sicurezza. Quando si fa giorno pian piano la pioggia diminuisce fino a cessare e attraversiamo piccoli e caratteristici paesi con l’ormai familiare canto dei galli. Qui qualche
horreo è fatto di vimini (ricorda il nostro rivestimento per damigiane). Percorriamo sempre i soliti saliscendi, ma su un fondo molto bello e facile; la stanchezza di ieri però si fa sentire molto e quindi camminiamo con fatica e lo zaino oggi sembra più pesante. Giunti a Furelos, attraversiamo un ponte medievale e qui posiamo gli zaini davanti a un bar. Di fronte c’è una chiesetta dove stanno celebrando la messa festiva, ci fermiamo e partecipiamo anche noi, e al termine poniamo il sello sulla nostra credenziale. Al bar prendiamo il caffè e dopo due chilometri giungiamo a Melide, una bella città, dove si attraversano vie e piazze occupate dalle bancarelle del mercato. In un negozio acquistiamo il bastone (bordone del pellegrino) e poco dopo troviamo la chiesa principale per il consueto selloProseguendo, a tratti ci riprende la pioggia, e siamo costretti di nuovo a mangiare su un muretto seduti sopra le mantelline e con l’ombrello aperto (il panino oggi è un po’ duro da digerire). In questa giornata incontriamo nei ricchi boschi una nuova pianta: l’eucalipto (notiamo addirittura numerose piantagioni). Ritorna anche un po’ di sole, ma il cammino è sempre più faticoso. Dopo Ribadiso de Baixo si sale faticosamente per alcuni chilometri fino ad Arzuà, una cittadina piuttosto grande, che percorriamo per tutta la lunghezza fino a trovare il rifugio già al completo. Dopo faticose ricerche e qualche altro chilometro in più, troviamo, molto fuori mano, la pensione Vicariño Moscoso, dove ci sistemiamo in un nuovo e confortevole salone con letti a castello, di 20 posti (oltre a noi però ci sono solo due persone). Dopo la doccia e stesura dei panni, ci mettiamo nel sacco a pelo per una dormitina e per rilassare i polpacci delle gambe, abbastanza doloranti, prima di andare a cena. Oggi è stata una giornata veramente pesante, e per la prima volta ho provato un momento di sconforto mentre facevo la salita di Arzuà. Dopo una notte di riposo però le forze sia fisiche che psichiche ritornano e così pure di nuovo l’entusiasmo e la voglia di riprendere il cammino.

18 settembre/ Arzua – Monte Gozo – Km. 38 ore 9.50 di cammino
Siamo ormai vicini alla meta ed è per questo che tentiamo di fare una tappa piuttosto lunga, per poter avere più tempo a disposizione per Santiago. Partiamo col buio sempre molto presto, e al centro di Arzuà troviamo un bar, dove con molti altri pellegrini facciamo colazione. Purtroppo abbiamo un imprevisto: Sergio ha dimenticato gli occhiali al rifugio e quindi torna a recuperarli, mentre Claudino ed io lo aspettiamo nella piazza grande della città. Alle 7 è di ritorno; purtroppo Sergio oggi si è caricato alcuni chilometri in più di marcia, ma con molta energia e
buonumore si riparte. Si cammina per diverse ore accompagnati dalla nebbia, non fitta, ma persistente (il sole compare quasi alle 13). Il percorso è molto facile e contornato da continui boschi di eucalipti, dal particolare profumo. Man mano che si prosegue, il progetto iniziale di fermarsi a Pedrouzo viene messo da parte perché capiamo di poter riuscire ad andare oltre. Da mezzogiorno in poi, lungo il cammino, si ricerca un luogo per mangiare: dobbiamo invece proseguire fin quasi alle 14.30. Finalmente troviamo un ristorante dove gustiamo un bel piatto di pesce e una bottiglia di vino. Si riprende il cammino con la convinzione di concludere in un’ora, illusi anche dalle distanze  che ci vengono comunicate da chi incontriamo per strada (da un bel po’ sui cippi non c’è più l’indicazione dei chilometri, abbiamo solo la guida della conchiglia). In effetti varcare la collina che porta in vista di Santiago richiede un percorso che sembra interminabile. Prima di salire la collina dobbiamo anche fare un lunghissimo percorso tutto attorno all’aeroporto e quindi i chilometri aumentano. Finalmente verso le 17 raggiungiamo il monumento del Monte Gozo e, dopo 5 minuti, siamo al rifugio. È un posto d’accoglienza grandissimo, composto da molte casette rifugio, realizzato nell’anno 2000 per l’incontro dei giovani con Papa Giovanni Paolo II a Santiago. L’accoglienza è ottima, ci consegnano la mappa della città di Santiago e ci danno molti consigli e spiegazioni. Infine ci viene assegnata la camera n. 518 con otto posti letto, tutta per noi. Siamo stanchissimi e dopo cena ci mettiamo subito nel sacco a pelo per un desiderato riposo. Il piede destro questa sera però mi fa molto male e non mi dà tregua, poi pian piano, massaggiando con la pomata di Voltaren e prendendo una pastiglia di Aulin, si è calmato e finalmente è giunto anche il sonno.

19 settembre/ Monte del Gozo – Santiago DE cOMPOSTELA  – Km. 5 ore 2 di cammino
Ci alziamo attorno alle 6.30 e scendiamo verso Santiago; è ancora buio e l’aria è molto fredda, facciamo colazione in un bar della periferia. Ci dirigiamo verso la Cattedrale, dove entriamo per la prima visita alle ore 8.30. C’è poca gente a quest’ora, scendiamo con calma nella Cripta a visitare la tomba dell’Apostolo Giacomo. L’emozione è tanta e quasi non ci sembra vero di aver terminato il cammino. Ognuno di noi prega in silenzio e ringrazia per l’aiuto avuto durante il pellegrinaggio, che quasi ci dispiace di aver concluso. Usciti sull’enorme piazza, cerchiamo l’Albergue de Los Reis Catoliques per l’ultimo
sello. Poi raggiungiamo l’Ufficio dei Pellegrini e attendiamo, in fila con parecchie altre persone, l’apertura, per ottenere la Compostela che ci viene rilasciata verso le 9.20. E’ un altro momento di grande emozione. Usciti nuovamente nella Plaza des Obradoires (quella di fronte alla facciata principale) ci facciamo a vicenda le fotografie con la Compostela in mano e con gli zaini per terra. Con tanta soddisfazione telefono a Silvia e Marco dicendo loro finalmente: “Todo se cumple”. Nelle vie vicine cerchiamo i vari ricordini. Rientrati in Cattedrale poco dopo le 11 prendiamo posto e poi ci mettiamo in fila per passare davanti alla statua dell’Apostolo Giacomo collocata dietro l’Altare Maggiore. Alle 12 inizia la messa solenne, preceduta da una lunghissima enumerazione di pellegrini, distinti per nazione di origine e luogo di inizio del Cammino. Vengono nominati tre italiani partiti da Roncesvalles e crediamo proprio di essere noi. Tale elenco infatti viene rilasciato, entro le 11 del mattino, dall’Ufficio dei Pellegrini dove viene compilata la Compostela. Alla fine, inaspettatamente, viene azionato il botafumeiro, che è un turibolo molto grande, innalzato con delle corde da parecchi uomini e fatto oscillare a velocità incredibile per tutto il transetto: è uno spettacolo fantastico, accompagnato da una commovente e bellissima musica d’organo e da un penetrante profumo d’incenso (Sergio ha fatto anche un breve filmato).. Al termine della messa si rifà la fila per toccare la famosa colonna della gloria, come la tradizione vuole: essa è posta all’ingresso della cattedrale e porta l’incavo delle dita delle migliaia di pellegrini. Ora, terminate le funzioni religiose, andiamo alla ricerca di un ristorante e più tardi raggiungiamo il Seminario Minor dove attendiamo fino alle 16 per essere sistemati. Nel camerone concordiamo con alcuni italiani (di Salò) di fare insieme domani l’escursione a Finisterre col taxi (non solo è più comodo, ma anche più conveniente). Dopo aver raggiunto l’aeroporto per il ritiro dei biglietti di ritorno, si conclude la nostra giornata a Santiago; prima di riposare guardo a lungo dalla finestra la cattedrale tutta illuminata, che offre uno spettacolo molto bello nel buio della notte.

20 settembre / Finisterre

Oggi si parte per Finisterre. È una bella escursione, ma ci si sente ormai dei normali turisti (ci manca il cammino). Si va infatti con la macchina, si attraversa il paese e si va fino al faro che si trova verso la parte alta, di fronte all’oceano Atlantico. Il paesaggio è molto particolare e naturalmente diverso dai paesaggi spagnoli visti fino ad ora.

L’oceano è molto mosso, c’è molto vento e fa piuttosto freddo. Al ritorno in paese, questa volta fatto in discesa e a piedi, ci riscaldiamo poi in un ristorantino di fronte al porto, con uno squisito piatto di polpo ed un ottimo vino tinto.

Rientrando a Santiago facciamo una deviazione per Muxia e visitiamo la chiesa della Virgen della Barca. La leggenda dice che in questo luogo sia approdata la barca con le spoglie dell’Apostolo Giacomo. Di nuovo il nostro taxi ci riporta al Seminario Minor di Santiago per l’ultima notte in Spagna.

21 settembre/Ritorno
Alle 5 del mattino si parte per l’aeroporto di Santiago (Lavacolla), dove ci imbarchiamo sull’aereo che ci porta a Madrid, e da lì, dopo una sosta di varie ore, con un ulteriore aereo raggiungiamo Milano.


Le mie riflessioni
Abbiamo così concluso il nostro “Camino de Santiago”. E’ stata una esperienza colma di intense emozioni.
Abbiamo camminato attraverso paesaggi diversi, montagne, colline, pianure, campagne,
mesetas e boschi. Abbiamo visto città, villaggi e minuscoli paesi, dove sembra che il tempo si sia fermato. Il silenzio che ci ha accompagnato per ore sulla meseta e lungo le strade di campagna (si sentiva infatti solo il rumore cadenzato dei nostri scarponi) è stato per me affascinante ed emozionante, e mi ha dato una capacità di meditare che nella vita quotidiana non ho mai provato. Mi sembra di sentire ancora il profumo forte dell’anice nei campi e quello intenso degli eucalipti nei boschi. Questo viaggio non solo è stato bello, ma è stato pure una eccezionale esperienza di vita. Oltre ad averci sviluppato forza fisica, ci ha ancor di più sviluppato una certa forza psicologica, dovendo far fronte a molte situazioni alle quali nella vita quotidiana non si è più abituati. Cito ad esempio la mancanza di privacy (si è dormito anche in camerate da 150 posti letto, oppure si è dormito con materassi per terra dopo una giornata di 8-9 ore di cammino). In certi casi c’è stata la mancanza d’acqua per ore e ore di marcia, oppure la mancanza del caffè prima di iniziare la giornata e quindi la necessità di camminare per ore a stomaco vuoto. Il dover vivere per tanti giorni con le poche cose che lo zaino può contenere mi ha fatto riflettere e ho capito come spesse volte nella vita non si riesca e non si voglia rinunciare alle cose superflue. L’incontrarsi ogni giorno con pellegrini di tutto il mondo, il salutarsi dicendoci semplicemente “hola”, scambiarsi un sorriso ed un “buen camino” ci ha fatto sentire fratelli, amici, compagni di viaggio e di avventure, ci ha fatto sentire tutti uguali, tutti con lo stesso desiderio: raggiungere la meta di Santiago de Compostela.

 

Il mio Pellegrinaggio a Santiago di Compostela

foto d’archivio

 

Diario di viaggio/anzianiincasa_ 2021

 

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