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Pellegrinaggio a Santiago di Compostela/11_15 settembre 2006

Pellegrinaggio a Santiago di Compostela/11_15 settembre 2006

di Gabriella Buzzetti Scuffi

11 settembre/Los Arcos – LogroñoKm. 29 – h. 10 di cammino
Partiamo molto presto, alle 5.40, in previsione della tappa piuttosto lunga.
Mentre attraversiamo i campi ascoltiamo il canto frenetico dei grilli. Siamo partiti con gli ombrelli aperti, ma per fortuna li chiudiamo quasi subito. Facciamo una breve sosta dopo qualche ora a Sansol per mangiare una pesca e poco dopo sostiamo di nuovo a Torre del Rio dove possiamo stranamente fare colazione in un bar (sono le 8). In questo paesino ci procuriamo il cibo per mezzogiorno in un piccolissimo ma affascinante negozio che conserva ancora lo stile di una volta.
L’ometto ci vende il pane ed il salato affacciandosi ad una finestra. Si notano i salumi appesi, le forme di formaggio accatastate, pochi barattoli sugli scaffali ed il pane in un gran cesto. Il negozio è tutto qua, non esiste calcolatrice, e con la sua biro appoggiata all’orecchio ed un plico di foglietti fa il conto e deposita i soldi in un semplice cassetto e con un gran sorriso ci ringrazia e ci augura un “
buen camino”.
Mi sembra di aver vissuto per un attimo un momento della mia infanzia.
Si prosegue con un percorso molto piacevole con pochi saliscendi e accompagnati da una brezza ristoratrice, anche se il cammino è lunghissimo fino a Viana, una bella cittadina dove incontriamo una curiosa sfilata di persone vestite da giganti, accompagnate dalla banda, dalla popolazione e da moltissimi bambini in costume. Qui, durante il passaggio al centro, vediamo molti negozi e bar aperti, a differenza di altre località viste finora.
Si prosegue con più fatica, sostando dopo alcuni chilometri per il pranzo, che consumiamo seduti comodamente su dei tubi di cemento in aperta campagna.
L’ultimo tratto è il più pesante; prima di entrare nella città di Logroño, una donna sulla strada ci pone il
sello e, mentre proseguiamo, si scatena un forte temporale. Per fortuna dopo una ventina di minuti circa ci ripariamo al rifugio, che è molto grande ed affollato e si trova all’inizio della città. Logroño è una città abbastanza grande e movimentata, il tempo è piuttosto freddo.
Andiamo verso il centro alla ricerca di una farmacia per acquistare i plantari da mettere negli scarponi: servono per
ammortizzare i contraccolpi dei passi. Ceniamo e subito ci mettiamo nel sacco a pelo abbastanza stanchi.

12 settembre/h. 8.30 partenza in autobus per Burgos – Fromista
Purtroppo, non potendo avere parecchi giorni a disposizione, dobbiamo ravvicinare un po’ le tappe.
Arriviamo a Burgos in mattinata, ci rechiamo subito a visitare la cattedrale. È magnifica: si dice infatti che sia una delle più belle cattedrali di Spagna. Burgos è una città grande e molto movimentata; visitiamo il centro, vediamo vetrine di negozi e molta gente che cammina di fretta, come in tutte le città; la mia impressione infatti è di essere ritornata di colpo alla vita normale, e sinceramente non vedo l’ora di ritornare sul cammino, di rivedere a tratti l’insegna della conchiglia, diventata ormai la guida amica, di incontrare i pellegrini che, pur essendo degli estranei, ti salutano come fossero vecchi amici, di ritornare al silenzio dei lunghi tratti fra i campi e sulle colline, un silenzio che ti permette di dialogare con te stesso. Nel pomeriggio riprendiamo l’autobus per Fromista, un piccolo villaggio della
meseta. Alle 19 arriviamo al rifugio e, siccome è piuttosto tardi, non troviamo posti letto liberi, però ci danno ospitalità comunque, anche se dobbiamo dormire col materasso per terra. Le vicine di letto, essendo spagnole, ci aiutano col computer a risolvere il problema della prenotazione dell’aereo per il ritorno, ma il tempo passa veloce, e siamo appena in tempo per offrire loro da bere.
Ci rechiamo poi a cena in un piccolo bar e subito dopo andiamo a riposare per essere pronti a ripartire la mattina successiva, molto presto, con zaino e scarponi.

13 settembre/Fromista – Carrion De Los Condes – Km. 21 – ore 5 di cammino
Questa tappa si svolge sulla
meseta ed è piuttosto facile. Fa però molto freddo e al mattino presto, ancora buio, mi sento le mani irrigidite. Il paesaggio comunque è magnifico ed affascinante per la solitudine che ci circonda: solo campi di grano e cielo. Il paese che raggiungiamo, Carrion de Los Condes, è molto diverso dagli altri: c’è parecchia gente, movimento, bar e negozi aperti. All’Ufficio Informazioni prendiamo il sello. Qui nel pomeriggio ripartiremo con l’autobus per O’ Cebreiro, da dove si riprenderà a camminare senza più interruzioni fino a Santiago.
Visitiamo un po’ il paese, poi ci dirigiamo verso i giardini pubblici dove mangiamo i panini. Oggi è il compleanno di Sergio, quindi nel bar, vicino alla fermata degli autobus, trovo dei pasticcini per festeggiare. Sergio ci offre il digestivo e alle 14 saliamo sull’autobus per Leon, e appena prima della partenza la bella barista mora, tipica spagnola, ci raggiunge con un omaggio per Sergio: mini torta con candelina.
A Leon attendiamo qualche ora e ripartiamo per Piedrafrita, da cui occorrerà percorrere ancora qualche chilometro per raggiungere finalmente O’ Cebreiro. Utilizziamo finalmente un taxi (oltretutto piove) e arriviamo a O’ Cebreiro, abbastanza stanchi, alle ore 20 circa.

Il posto è bellissimo: un minuscolo agglomerato di case tipiche celtiche, col famoso tetto di paglia. Siamo a 1.300 metri di altezza, fa un freddo intenso e piove. Pure questo rifugio è al completo, e quindi ci dobbiamo adattare, come altri pellegrini, a dormire di nuovo per terra.
Non ci scoraggiamo però, e ci rifocilliamo con una buona cena, a base di
caldo gallego, in un bellissimo rustico, tipico della Galizia, e subito dopo al riposo, per poi riprendere domani di nuovo il cammino a piedi.

14 settembre/O’ Cebreiro – Samos – Km. 30 – ore 10.40 di cammino
Partiamo alle 6.20 con un tempo orribile: nebbia fitta e forte vento, fa molto freddo: siamo a 7° di temperatura. Seguiamo a fatica l’itinerario attraverso i boschi fino a scendere a Linares. Da lì si sale nuovamente sino all’Alto di S. Roque, dove, ancora quasi al buio, fotografiamo la statua del Pellegrino. Scesi a Hospital troviamo un bar per la colazione. Subito dopo, a lato della strada, una giovane mamma tedesca sta sistemando un particolare carretto sul quale trasporta, ben coperti da una apposita calotte, i suoi due bambini di pochi anni che mangiano di gusto un grosso pane: del corredo fanno parte due biciclettine e i caschi. Sono le ore 8.30.
Si sale nuovamente fino all’Alto del Pojo, e ancora sotto l’acqua. Al ristoro il camino è acceso, si mette il
sello, si beve un altro caffè bollente, si aggiusta la mantellina con le mollette e si scende di nuovo tra bei panorami della Galizia; qui incontriamo parecchie mandrie di mucche.
Mentre attraversiamo Fonfría, un paese con poche case e stalle, una vecchietta ci offre delle fresche crêpes, che ho gustato parecchio. Da questi piccoli gesti si comprende come il pellegrino sulla rotta di Santiago sia aiutato, capito e soprattutto incoraggiato.
Proseguiamo il cammino e a mezzogiorno circa arriviamo a Triacastela dove acquistiamo i viveri che, dato il ritorno della pioggia, si consumano nel rifugio locale. Di nuovo in cammino per alcune ore fino al Monastero di Samos, che finalmente raggiungiamo alle 17. Samos è un paese piccolo ma con un enorme Monastero, uno dei più famosi della Spagna; è immerso nel verde e offre al pellegrino momenti di riflessione, pace e riposo.
Lì pernottiamo in un dormitorio con parecchi letti a castello; prima di andare a dormire ho fatto una visita alla bella e grande chiesa del Monastero, già ormai immersa nel buio e nel silenzio della sera; così ho concluso questa giornata
molto lunga e faticosa.

15 settembre/Samos – Ferreiros – Km. 26 ore 8.30 di cammino
Partiamo alle 6.40. E’ buio e piove abbastanza forte, in seguito però diminuisce e piove solo a tratti. Fino a Sarria seguiamo la
carrettera, prima con una interminabile salita, poi discesa e di nuovo saliscendi. Lungo il percorso ci accontentiamo di alcuni biscotti al cioccolato, ma, arrivati a Sarria, finalmente ci godiamo un buon caffè: sono le 9.20. Si sale nuovamente fino alla parte alta della città da cui, dopo aver posto un sello presso la chiesa parrocchiale, si ridiscende dalla parte opposta e si prosegue attraverso boschi, campagne, fattorie; vediamo molte mucche, cani e galli che cantano a giorno inoltrato.
Oggi la giornata è piuttosto pesante per il continuo cambiamento del tempo e, con l’alternarsi di pioggia e sole, si suda e ci si affatica parecchio. Verso le 11.30 finalmente troviamo una
casa rural dove acquistiamo da mangiare. Camminiamo ancora per un’oretta circa e verso le 12.30 mangiamo in un bello spazio con dei comodi muretti ed una fontanina, finalmente al sole (ora, infatti, fa freddo). Ogni tanto ci imbattiamo in un horreo, la tipica costruzione sospesa e con le pareti fatte da listelli di legno o mattoni forati, usata per l’essiccazione delle granaglie.
In questo tratto incontriamo il cippo che segnala i 100 km. all’arrivo e, come tutti immancabilmente, facciamo la foto ricordo. Si prosegue fino a Ferreiros, dove troviamo il rifugio, che è piuttosto piccolo ma carino, e per il momento quasi vuoto. Anche oggi la stanchezza  si fa sentire parecchio. Mi sono infilata nel sacco a pelo e ho dormito per un’ora prima di andare a cena. Nel frattempo il rifugio si è riempito di pellegrini, la maggior parte questa volta sono italiani. È un gruppo di ragazzi di Pescara, accompagnati da un amico prete, giovane e simpatico. Abbiamo cenato insieme, pregato insieme, ed insieme ci siamo divertiti e rilassati raccontandoci a vicenda le nostre esperienze ed avventure di viaggio.

Il mio Pellegrinaggio a Santiago di Compostela

foto d’archivio

 

Diario di viaggio/anzianiincasa*28 febbraio 2021

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