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Mutatis mutandis /A MORTE PERPETUA

Mutatis mutandis /A MORTE PERPETUA

di Giacomo Danesi

Aforismi e sentenze latine
liberamente scelte
e commentate dall’autore

A MORTE PERPETUA

Dalla morte eterna

A morte perpetua, libera nos, Domine”.
Così il Sacerdote canta durante le litanie dei Santi, ovvero: “Signore, liberaci dalla morte eterna”.
Dalla morte eterna, appunto.

A MORTE PERPETUA

A morte la Perpetua

Quando giovane chierichetto accompagnavo insieme ai miei compagni don Giuseppe Ferrari, parroco di Torbiato di Adro (in provincia di Brescia), attraverso i sentieri della campagna circostante cantando le litanie dei santi durante le Rogazioni primaverili, rimanevo sempre stupito quando il sacerdote pronunciava la frase: “A morte perpetua“, che noi ragazzi traducevamo con: “A morte la perpetua” Il nostro Libera nos Domine mi sembrava quasi offensivo.

Ci domandavamo come mai il sacerdote chiedesse al buon Dio di richiamare a sé la signora Maddalena, perpetua, appunto, di don Giuseppe. Per noi ragazzi il tutto era ammantato di mistero.

Più avanti con gli anni, appassionato di Storia, appresi del martirio di due donne: Perpetua e Felicita. L’evento si svolse a Cartagine il 7 marzo 203 d.C. Nell’anfiteatro migliaia di persone attendevano con ansia che alcuni cristiani convertiti da Saturo, fossero introdotti nel grande complesso per essere martirizzati. Tra questi anche due donne: Perpetua e Felicita, appunto.

La prima, di nobile origine, aveva 22 anni, ed era già madre di un bambino che allattava. Fu il procuratore Ilariano a raccogliere il loro rifiuto ad abiurare la fede cristiana. Inutilmente il padre di Perpetua, che era ancora incinta, pregò la figlia di soprassedere alla sua fede. Fu irremovibile.

La condanna? Combattere con le fiere durante uno spettacolo castrense per celebrare il Natale di Geta Cesare (7 marzo) figlio di Settimio Severo. Le preghiere permisero a Perpetua di partorire in anticipo (era incinta di 8 mesi). Contrariamente alle regole, le due donne furono spogliate, avvolte in una rete e costrette ad affrontare una vacca selvatica.

A morte Perpetua! gridava la folla. I gladiatori le finirono a colpi di spada. Con loro i servi Revocato, Saturnino e Secondino. Iconograficamente sono rappresentate con le palme del martirio e una vacca. Cattolici, protestanti, evangelici e anglicani celebrano la loro memoria liturgica il 7 marzo; gli ortodossi il 1° febbraio.

Chissà se il buon don Giuseppe pensava a loro quando recitava le Rogazioni

 

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