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La Calendula

La Calendula

di Giacomo Danesi

Stupendo il fiore, incredibili le leggende fiorite, è proprio il caso di dirlo, sul suo conto.
Impareggiabile in cucina e nella pasticceria.

Benvenuta Calendula, o Fiorrancio selvatico, Oro di Maria, Arvensis, ovvero Campestre.Delle sue numerose varietà, la più conosciuta è la Calendula officinalis, della famiglia delle Asteraceae. Curioso il significato del suo nome. Deriva, infatti, dal latino calendae, giorno, a significare la sua quasi perenne fioritura. Lei, la Calendula, fiorisce dall’inizio dell’estate fino ai primi freddi (sic!) invernali.
Bellissimo il fiore, simile nelle fattezze alla margherita: di un bel colore giallo-arancio brillante e, al centro, di un affascinante purpureo.
Siamo sicuri che derivi dal latino calendae? Molti, infatti, ritengono derivi dal greco kàlathos, ovvero coppa o cesta, alludendo (forse) alla forma del fiore.
Ammirare una Calendula e pensare al sole è perfino troppo banale tanto è evidente. Il suo colore giallo e, a volte, di uno splendido arancione, è un inno alla solarità.
Gli inglesi la chiamano Marigold e l’abbinano alla Vergine Maria. Perché questo abbinamento? Perché nel Medioevo questo fiore era dedicato alla Vergine con un nome molto significativo: Oro di Maria!
Che molte popolazioni abbinino questo fiore al lutto, al dolore, alla pena e alla noia, mi fa arrabbiare. Questo perché, come quasi tutti i fiori, al calar del sole piega il suo stelo. Incredibile!
Posso capire i messicani che, udite udite, lo abbinano alla morte. Il motivo? È subito spiegato. Una vecchia leggenda vuole che la Calendula sia stata portata in Messico dai Conquistadores spagnoli. Fin qui nulla di strano. Il problema è un altro. Sempre la leggenda vuole che il fiore sia cresciuto con il sangue di poveri indios che, come la storia insegna, furono angheriati dalla sete di potere e dall’odio, ma soprattutto per portar via loro il prezioso oro.
Tanto oro. Messa così, la storia può reggere e dunque li possiamo anche perdonare.
Incredibile, invece, la storiella inventata dagli inglesi. Loro, i figli della perfida Albione, hanno eletto la Calendula a simbolo della gelosia. Non la normale gelosia tra due persone che si amano, ma la gelosia delle zitelle che, ignorate dai più, morendo si trasformano in Calendule di colore giallo, simbolo della gelosia appunto. Solo che il loro è un giallo di rabbia!
Ma non è finita qui. Siamo nell’Ottocento, un secolo ricco di fermenti culturali. Ebbene, gli scrittori consideravano la Calendula come il simbolo dei cortigiani adulatori. Il perché mi è sconosciuto. Non tutti gli scrittori però la pensavano così. Ci sono sempre i bastian contrario. Infatti, secondo alcuni intellettuali del tempo, la Calendula è il simbolo dell’amore puro e infinito. Questo accadeva nell’Ottocento, naturalmente!
Memore della fine ingloriosa di Icaro, che volendo girare intorno al Sole fece una brutta fine, Margherita d’Orleans, che come simbolo aveva una Calendula che girava intorno alla nostra Stella, volle assumere questo motto: “Io non voglio seguire il Sole”! Ottima scelta.
Vi trovate in Germania nel periodo della festività della Pentecoste? Non vi sarà difficile vedere un corteo di bovini curiosamente inghirlandati con fiori di Calendula, fiore che loro chiamano Kuhblume, mentre la festa si chiama Pfingst Procession. Vi posso assicurare che l’effetto è buffo.
Con la Calendula, in cucina come la mettiamo? I suoi petali, freschi o essiccati li possiamo trovare aggiunti alle minestre. Ottimi nell’insalata, purché si abbia l’accortezza di usare le foglie giovani, naturalmente!
Per quanto riguarda i dolci, leggete la ricetta di Iginio Massari e tirate voi le conclusioni.

la ricetta di Iginio Massari

PLUM CAKE AL FIORE DI CALENDULA

Ingredienti

Glassa

g 50 di petali di Calendula
g 150 g di acqua
g 50 di zucchero
g 50 di zucchero

Cake

g 200 di burro

g 190 zucchero
g 30 fecola
g 1 sale sciolto con poca acqua
g 40 tuorli (2)
g 50 uovo (1)
g 70 farina bianca setacciata
g 3 lievito in polvere
1/4 di bacca di vaniglia
1/4 scorza di arancia grattugiata
g 16 liquore all’arancia candita
g 60 cubetti d’arancia candita
g 80 uva sultanina o altra frutta messa per ultimo

                                                                                   Preparazione

In un tegame antiaderente, bollite l’acqua e lo zucchero e aggiungete i fiori. Lasciate raffreddare.
Incorporate lo sciroppo di zucchero che si è formato in precedenza e riportate in ebollizione. Lasciate raffreddare e posizionate i fiori canditi su una griglia.
Montate gli ingredienti del cake con uno sbattiuova a bassa velocità oppure con un frullino elettrico. Aggiungete poco alla volta.
Montate a bassa velocità burro, zucchero e sale sciolto in un cucchiaio d’acqua.
Quando il composto diventa cremoso e leggero, aggiungete i tuorli d’uova in tre momenti, alternandoli alla farina bianca e lievito in polvere. Alla fine incorporate 1/4 di vaniglia, 1/4 di scorza d’arancia grattugiata, il liquore all’arancia e i cubetti d’arancia candita.
Mettete l’impasto in uno stampo rettangolare apposito per cake, unto e infarinato o foderato di carta. Prima di cuocere fate un taglio con un cartoncino bagnato nell’olio o burro fuso al centro del dolce.
Dopo cotto ricoprite con la glassa ai fiori di Calendula e cospargete con i fiori semi-canditi.
Cottura: 180°C per 30 minuti, per 500-600 g.

NOTE TECNICHE

Nome scientifico: Calendula officinalis, della famiglia delle Asteraceae è una pianta erbacea annuale. La Calendula preferisce terreni ricchi, sciolti e leggeri e molto ben drenati. Nessuna meraviglia, comunque, trovarla su qualsiasi tipo di terreno; sassoso compreso. È una pianta che tende ad autoseminarsi. Ergo, messa a dimora una sola volta, ogni anno sarà possibile avere a disposizione delle splendide aiuole di Calendule. Generalmente però la sua moltiplicazione avviene per seme. Si può seminare in semenzaio, in letto caldo, nei mesi di gennaio-febbraio. In autunno e a marzo-aprile si può seminare direttamente a dimora. Produce degli splendidi fiori dalla primavera inoltrata fino all’estate. Particolare curioso. I fiori di Calendula profumano delicatamente di limone!

Tratto dal libro  “Mia nonna mangiava i fiori”

 

Testi di G. Danesi – Vannini Editrice 

  

vedi anche

Crema alla calendula

 

 

Altri racconti tratti da “Mia nonna mangiava i Fiori”

Racconti & Ricordi*anzianiincasa_2018

 

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