di Giulio Ghirelli
Sul diario che mi porto in questa camminata,
ho scritto mille pagine e ancora non son stanco,
e anche se qualcuna è andata poi strappata,
ho cercato di non lasciarne neanche una in bianco.
Ho usato molti inchiostri, di vari toni di colore,
e di quello verde smeraldo, della speranza,
e più ancora di quello vermiglio dell’amore,
ne vorrei di più, non ne ho mai abbastanza.
Ho riempito pagine di lettere da innamorato,
e quando penso a quelle che ho imbucate,
sento che il cuore torna ad esser rattristato,
poche ne ho spedite e troppe ne ho stracciate.
Col colore della luna scrissi una soave serenata
per una principessa che mi aveva preso il cuore,
e al chiar di luna sotto la sua torre l’ho cantata,
e ho ancora tutto il fiato per cantare per amore.
E se qualcuno dice che è passato il mio tempo
per cantar queste canzoni, che sono un fesso,
gli rispondo che non è l’acqua passata, il tempo,
ma quella che sta passando proprio adesso.
Su una pagina, con gli inchiostri dell’arcobaleno,
ho disegnato le figlie che portano il mio nome,
e poi ho fatto la stessa cosa, niente di meno,
con un’altra figlia che non ha il mio cognome.
E su quel foglio ho lasciato spazio vuoto
perché non si sa mai, oppur si sa com’è,
e può capitare anche a chi è ormai canuto
di trovar fuori dall’uscio un cesto col bebè.
Il rosso sangue lo tenevo per annotar la gente
che fa sanguinare i cuori come fosse un gioco,
ma poi ho imparato a cancellarla dalla mente,
e l’inchiostro non l’ho usato neanche un poco.
E nemmeno son riuscito a usare quel colore,
per annotare certe offese che ho arrecato,
mi tremava la mano per via del dispiacere,
ma neppur di una mi son mai dimenticato.
Quando la sorte mi fa adoperar l’inchiostro
per quei dolori che attecchiscono nel cuore,
non riesco mai a trovare il colore giusto,
ma di certo sarà indelebile, lo si può giurare.
Con l’inchiostro con la tonalità del cuore
ho scritto i nomi di chi ha il cuore in mano,
e poi di quelli che mi hanno regalato amore;
li ho tutti bene in mente, e non mi pare strano.
Vale come uno scrigno d’oro questo tomo,
c’è dentro una vita, e altre pagine da vivere,
e fino a quando trovo dell’inchiostro buono,
la mano non è stanca e posso ancora scrivere.
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