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Il Caffè: che passione!

Il Caffè: che passione!

di Giacomo Danesi

 

 La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia dell’antichità”.
Cicerone da: “De oratore”
Atene – La storia che mi accingo a raccontare, è curiosa e riguarda la bevanda, forse, più conosciuta al mondo: il Caffè!
Tutto avvenne una domenica di maggio del 2004, in uno dei tradizionali caffè che a centinaia popolano il centro e la periferia di Atene.  Atene: uno splendido angolo popolare della capitale greca

Stavo sorseggiando con calma un caffè, appunto, ma non potevo, nel contempo, fare a meno di ascoltare un curioso e interessante colloquio tra due signori, entrambi di veneranda età, seduti ad un tavolo accanto.
La loro conversazione, e anche la loro diatriba, verteva sulla nazionalità della persona che per prima aveva portato in Grecia il caffè. Un cittadino turco o un greco? La conversazione piano piano era scivolata in un’autentica lezione di storia.
Secondo il più anziano il caffè arrivò a Costantinopoli intorno al l555, portato da due commercianti siriani. Rimasi colpito dalla curiosa definizione data alla bevanda: “Il latte dei giocatori e dei thinkers di scacchi.”

Una vecchia stampa di Costantinopoli 

Con un eloquio degno del miglior professore universitario, ripercorse a ritroso un pezzo di storia della Turchia a partire dal 1422, a partire dal secondo assedio Ottomano su Costantinopoli. Citò persino Concilio di Firenze, l’ultima speranza di unire le due chiese: quella Cattolica Romana con quella Ortodossa del 1439. Descrisse poi con dovizia di particolari la vittoria degli Ottomani contro l’esercito dei Crociati a Varna del 1444, e la successiva vittoria contro gli Ungari in Kosovo nel 1448. Concluse in bellezza ricordando la vittoria del 1453 del Sultano Mehmet II (detto Maometto Il Conquistatore) dell’Impero Ottomano con la conquista di Costantinopoli (l’attuale Istanbul). Costantinopoli diventò così capitale dell’Impero Ottomano, che in quel momento controllava anche la Grecia, la parte Sud dei Balcani e l’Anatolia.
Ergo, secondo il “professore”, fu certamente un turco ad introdurre in Grecia la bevanda nera, visto che la Grecia faceva parte dell’impero. La particolareggiata lezione di storia data all’amico mi lasciò di stucco. L’altro signore, al forbito eloquio dell’amico, non si scompose più di tanto. Lo ascoltò con attenzione, certamente, ma alla fine affermò convinto che a portare il caffè in Grecia fu un emigrato greco a Costantinopoli.
Disse anche nome e cognome di un tale che con i figli esercitava la professione di commerciante di spezie con gran perizia, e con altrettanti ottimi guadagni, nella capitale Ottomana. Ma un giorno alle orecchie del commerciante greco giunse una storia incredibile. Iniziò così a raccontare all’allibito “professore” una vicenda che ancor più mi incuriosì. Non seppe dire con assoluta certezza la data, ma gli pareva di ricordare che fossero gli ultimi anni del 1600. Sul Soglio di Pietro a Roma sedeva, felicemente regnante, Papa Clemente VIII. Un giorno al Papa gli fu sottoposto un quesito che rischiava di diventare un grave problema tra i Sacri Palazzi. Secondi alcuni curiali il caffè, molto amato dagli islamici, era molto apprezzato anche dai cristiani. Ritenendola molto peccaminosa, chiesero al Pontefice di proibire ai cristiani l’assunzione del caffè, pena la scomunica!
Il Papa, prima di prendere una decisione in merito, molto saggiamente chiese che gli portassero una tazzina bollente della nera bevanda. Non appena sorseggiata, decretò seduta stante che era tale la sua squisitezza che sarebbe stata un vero peccato lasciarla bere esclusivamente agli infedeli!                               

 

 

Clemente VIII e il Caffè!

(Da la Guida dei Caffè di Monaco in collaborazione della Lavazza)

 

Il commerciante greco, non appena da Roma giunse notizia del curioso episodio, ebbe una felice intuizione. Con la famiglia si trasferì subito ad Atene, patria d’origine dei suoi avi, e iniziò immediatamente un lucroso commercio d’import ed export di caffè.
Non solo, ma scelte le miscele più pregiate, pochi mesi dopo mandò a Roma il maggiore dei suoi figli, il quale portando con se una preziosa miscela di caffè, chiese di essere ricevuto al Quirinale dal Pontefice. Il palazzo del Quirinale, oggi residenza ufficiale del Presidente della
Repubblica Italiana, era a quel tempo la residenza ufficiale del Romano Pontefice.

 

 

 

Roma: il Palazzo del Quirinale in una vecchia stampa

 

Papa Clemente VIII lo ammise al bacio della Sacra Pantofola, e accettò con gioia il dono del caffè portatogli dalla Grecia. Non solo lo ringraziò calorosamente, ma diede subito disposizioni affinché lo stesso durante il suo soggiorno a Roma fosse assistito con tutti gli onori. Prima del ritorno in Grecia, il giovane fu convocato al Palazzo del Quirinale. Un gentiluomo di Sua Santità gli consegnò un motu proprio nel quale il Pontefice nominava la sua famiglia fornitrice ufficiale della Santa Sede Apostolica. Al ritorno in patria il capofamiglia intuì immediatamente l’importanza di quel documento. Infatti, diede subito disposizione ad un artigiano di Atene di scolpire nella pietra lo stemma araldico del Pontefice, arricchendolo con la scritta: “Fornitore ufficiale di Sua Santità Papa Clemente VIII”.
Il “professore”ascoltò in silenzio il racconto dell’amico. Per la verità non sembrava per niente convinto della storia appena ascoltata. “Esistono documenti in proposito – chiese con un certo fastidio il “professore” -? “Non saprei – rispose seccato l’amico -. Però amò pensare che quella pietra, con lo stemma papale inciso, da qualche parte dovrà pur ancora esserci.”

 

 

 

 

Lo stemma araldico di Papa Clemente VIII

La conversazione tra i due fu interrotta dall’arrivo di un loro amico. Rimasi in attesa che uno dei due riannodasse il filo dell’ interessante storia, ma la mia speranza andò delusa.  
Non mi restava che cercare una traccia che confortasse questa storia incredibile. Inutilmente. Amo però pensare che Papa Clemente VIII conoscesse ed apprezzasse il caffè. Dopotutto il suo medico personale Andrea Cesalpino, medico ma anche botanico, fu il primo studioso occidentale a descrivere nelle sue opere la pianta del caffè!Il caffè! Si perde nei meandri della storia l’origine della piantina verde del caffè. Sue tracce si trovano nella Bibbia oltre che negli scritti del sommo poeta greco Omero. Numerosissime poi le leggende popolari sull’importante arbusto.
Curiosa una leggenda del 1400 che racconta la storia capitata ad un pastore yemenita.  Un giorno stava osservando le sue capre, che erano diventate improvvisamente irrequiete ed eccitatissime dopo aver mangiato le bacche di color rosso brucate da una pianta. Raccontò quest’episodio ad un monaco suo amico. Quest’ultimo, dopo aver colto e bollito le bacche, ricavò dalla stessa una bevanda amara ma anche ricca di una strana forza che permetteva di annullare il sonno e la stanchezza.
Un’altra leggenda vuole che l’arcangelo Gabriele portò dal cielo una tazza di caffè per Maometto che, aggravato dai numerosi impegni, stava crollando dal sonno. La bevanda ebbe un grande effetto sul profeta. Infatti, risvegliatosi dal torpore, disarcionò e sconfisse in un colpo solo ben 50 uomini!

In Arabia, Siria, Yemen ed Egitto la bevanda era consumata dai maomettani per rimanere svegli durante le orazioni notturne. Considerata una pianta magica e preziosa, gli arabi all’inizio proibirono la diffusione e l’esportazione. Infatti, fin dagli inizi del 1400 i grani di caffè, oltre che usati per preparare la bevanda, era utilizzata dai medici con finalità curative. Ma anno dopo anno, propagandosi da una Madrasa all’altra, la bevanda conquistò tutto il mondo arabo.

Sia alla Mecca che alla Medina fin dal XV secolo comparvero le prime mescite pubbliche. La bevanda era amara e densa. Solo in seguito fu introdotto l’uso dello zucchero per renderla più piacevole. Era sorseggiata ascoltando musica ed assistendo allo svolgersi di giochi popolari. Ben presto però le autorità intervennero duramente condannandone l’uso nei locali pubblici, perché i suoi effetti eccitanti contrastavano con la legge islamica. Non solo, diedero anche ordine di chiudere le botteghe del caffè, provvedendo all’arresto dei negozianti e al sequestro delle scorte, bruciate poi sulla pubblica piazza.

Bisognerà attendere il Sultano d’Egitto per vedere revocate tutte le proibizioni emesse, con grande scorno delle autorità religiose islamiche, che constatarono come l’aumento delle frequenze nelle bettole corrispondevano in eguale numero alle diserzioni dei fedeli dalla pratiche religiose nelle moschee. In verità c’era in loro la paura di perdere prestigio, oltre che temere che nelle bettole potessero nascere desideri di ribellione. Non mancò il terrorismo psicologico. Infatti, alla popolazione fu reso noto che il caffè provocava gravi danni all’organismo umano. Fu tutto inutile. Il caffè divenne in breve la bevanda ufficiale e più diffusa, al punto da meritarsi l’appellativo di “vino dell’Islam”.

La preziosa piantina del caffè da dove proviene? Sembra certo che provenga dall’altipiano di Kaffa in Etiopia, per poi diffondersi nello Yemen e da lì in tutto il mondo arabo. In Egitto immediatamente entrò nel costume e nell’uso popolare. Il suo nome deriva dal turco “Kahve”, che significa bevanda eccitante. Mentre nel mondo arabo la bevanda era conosciuta già dall’anno mille, quando il mondo occidentale scoprì il caffè?

 

 

 

 

 

Commercianti di caffè in una vecchia stampa

Ufficialmente intorno alla fine del 1600, grazie ad alcuni sacchi dimenticati dai turchi in ritirata da Vienna. Per la verità il caffè era conosciuto già fin dalla fine del 1500, grazie forse ad alcuni mercanti veneziani al punto che, come conferma l’episodio di papa Clemente VIII, con la sua “assoluzione” permise che la bevande si spargesse ovunque nel mondo. I consumatori divennero così milioni, sia in Europa che in America. Naturalmente anche in Occidente ci furono alcuni incidenti di percorso. Gli scienziati, sempre nel 1600, sentenziarono che il caffè era un veleno. Aggiunsero, per dare più corpo alla loro enunciazione, che “…nel giorno del Giudizio Universale chi in vita aveva bevuto la bevanda nera sarebbe uscito dalle tombe nero come i fondi del caffè”!
Curioso quanto capitò a re Gustavo III di Svezia. Il re aveva firmato una condanna a morte da eseguirsi mediante somministrazione di caffè! La leggenda vuole che i condannati, nonostante fossero stati costretti a bere altissime pozioni della nera bevanda, vissero fino ad oltre 80 anni. Dopo quella papale, un’altra“assoluzione” per la bevanda tanto contestata.
Il merito della sua introduzione in Occidente lo si deve, invece, con tutta probabilità alle numerose compagnie mercantili di quel tempo, in primis la Compagnia delle Indie Orientali. Alcune piantine trafugate da Kaffa furono trapiantante nell’isola di Giava dove, per il clima, trovarono l’humus ideale. Gli olandesi in pochi anni divennero i maggiori produttori, al punto tale da condizionare il prezzo di mercato.
Altre potenze coloniali fecero altrettanto, a cominciare dalla Francia, Spagna e soprattutto Portogallo. Fu proprio un portoghese a portare alcune piantine in Brasile.

 

 

 

 

 

Il Caffè del Brasile

 

Questo episodio permise di dar vita ad una produzione che in meno di un secolo portò il paese sud americano a diventare e mantenere tuttora il primato di produttore assoluto. 

 ALCUNE CURIOSITÀ’ SUL CAFFE’

Nel mondo, l’industria del caffè impegna globalmente circa 25 milioni di persone. Il caffè si coltiva in 50 diversi paesi del mondo e il suo mercato è secondo solo a quello del petrolio per volume d’affari.
Il caffè, contrariamente a tutti i principali prodotti agricoli del mondo, si raccoglie ancora a mano. Il motivo? Le bacche del caffè non maturano uniformemente. Tutto questo rende difficile la meccanizzazione del processo di raccolta. 

 

 

 

 

I raccoglitori di caffè

 

I maggiori produttori di caffè al mondo sono il Brasile e la Colombia. La produzione del Brasile ammonta a circa il 30% del totale.
Occorrono 5 anni di vita per la pianta prima di raccogliere il primo raccolto. Dai 15 ai 20 anni ammonta il periodo fruttifero dell’arbusto.
Le Hawaii sono il solo stato Usa in cui il caffè è prodotto commercialmente.
Incredibile ma vero! E’ il nostro odorato e non il nostro gusto a determinare il giudizio finale sulla bontà di una tazza di caffè!

Tazzine… letterarie!

 

Ammonta a solo 300 milligrammi di caffeina alla volta il grado d’assorbimento da parte del nostro organismo. Nel contempo ogni ora il nostro corpo elimina il 20% della caffeina assorbita.
Una buona notizia per i bevitori di caffè. Secondo i risultati di una ricerca epidemiologica l’incidenza dell’asma per gli stessi è inferiore del 30% rispetto al resto della popolazione.
Il caffè di qualità Robusta contiene il doppio di caffeina rispetto alla qualità Arabica.
Una tazza di caffè contiene mediamente circa 150 milligrammi di caffeina
In Europa, agli inizi del 1600, il caffè era venduto in farmacia come medicinale.
Sempre in Europa la bevanda era chiamata “vino arabo”.
Particolare importante! In Grecia e in Turchia, quando si prepara il caffè, lo stesso è servito prima alla persona più anziana.

 

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