L’Arma dei Carabinieri, attraverso la capillare presenza sul territorio, dispone presso i Comandi Stazione dislocati al di sopra dei 1000 metri s.l.m. di personale specializzato nel soccorso in montagna. Le località montane possono, talvolta, diventare dei luoghi di pericolo soprattutto a causa di comportamenti imprudenti da parte dell’escursionista.
Consigli generali di comportamento per evitare che le escursioni in montagna si trasformino in tragedia
Inoltre, rispettare la natura, riportando i rifiuti a valle e rispettare gli animali che si incontrano durante le passeggiate.
L’altitudine comincia a percepirsi a partire da circa 5000 m. anche se esistono delle “anticamere” che possono provocare delle difficoltà a livello respiratorio: per esempio, già a 2000/2500 m. si possono avere dei problemi a causa della bassa pressione, soprattutto in mancanza di acclimatamento.
L’acclimatamento è costituito da un insieme di “strategie” messe in atto dall’organismo per sopperire alle carenze di ossigeno causate dalla differenza di pressione. L’adattamento all’alta quota non è immediato e deve avvenire in modo graduale e naturale. Per esempio gli esperti raccomandano di non superare i 300 m. di dislivello al giorno sopra i 3000 m. e consigliano alcuni giorni di riposo dopo aver superato i 4000 metri
Un cattivo acclimatamento, dovuto ad una salita compiuta troppo rapidamente, a fattori di sensibilità individuali alla quota, a cattive condizioni climatiche (freddo, vento, etc.) o a fattori psicologici (tensione, paura), può produrre il mal di montagna. In casi estremi questo può evolvere in mal di montagna acuto sotto forma di edema polmonare e/o cerebrale. In tale evenienza il solo rimedio è la discesa più rapida possibile a quote inferiori, unita alla somministrazione di ossigeno e diuretici, oppure l’utilizzo di una camera iperbarica.
In sintesi, durante il periodo di acclimatazione occorre:
sitografia
InformazioniUtili*anzianiincasa_marzo 2022