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Escursioni in montagna e comportamento in alta quota

Escursioni in montagna e comportamento in alta quota

L’Arma dei Carabinieri, attraverso la capillare presenza sul territorio, dispone presso i Comandi  Stazione dislocati al di sopra dei 1000 metri s.l.m. di personale specializzato nel soccorso in montagna. Le località montane possono, talvolta,  diventare dei luoghi di pericolo soprattutto a causa di comportamenti imprudenti da parte dell’escursionista.

Consigli generali di comportamento per evitare che le escursioni in montagna si trasformino in tragedia

  • Prima di affrontare una escursione alpina è importante alimentarsi correttamente, per non andare incontro ad uno stato di sfinimento durante l’attività fisica, e dosare lo sforzo in base al proprio allenamento
  • informarsi sulle condizioni meteorologiche, tenendo presente che in montagna il tempo cambia repentinamente
  • per ogni evenienza lasciare detto in albergo o nel rifugio di partenza la meta scelta, l’ora del ritorno e l’itinerario che si intende seguire
  • portate nello zaino tutto l’occorrente necessario: è meglio avere un chilo in più di materiale che non si usa che trovarsi senza niente in caso di necessità
  • attrezzarsi con un equipaggiamento adatto alle circostanze e indossare un abbigliamento con più capi sovrapposti da poter aggiungere o togliere facilmente a seconda della temperatura
  • ricordare che le escursioni sui ghiacciai, quelle alpine o sciistiche ad un certo livello di difficoltà devono essere organizzate in collaborazione con una esperta guida alpina. Sarà meno costoso del pur minimo incidente
  • Se si è in cordata, prestare attenzione ai movimenti evitando di far cadere sassi o compiere azioni che potrebbero risultare pericolose per gli altri escursionisti
  • seguire attentamente le indicazioni e la segnaletica, nel dubbio chiedere agli altri escursionisti
  • non avventurarsi mai da soli in escursioni alpine o sciistiche
  • seguire i sentieri senza prendere scorciatoie non conosciute
  • allenarsi per gradi alla fatica e all’altitudine in quanto la rarefazione dell’aria rende la salita più faticosa.

Inoltre, rispettare la natura, riportando i rifiuti a valle e rispettare gli animali che si incontrano durante le passeggiate.

L’altitudine comincia a percepirsi a partire da circa 5000 m. anche se esistono delle “anticamere” che possono provocare delle difficoltà a livello respiratorio: per esempio, già a 2000/2500 m. si possono avere dei problemi a causa della bassa pressione, soprattutto in mancanza di acclimatamento.

L’acclimatamento è costituito da un insieme di “strategie” messe in atto dall’organismo per sopperire alle carenze di ossigeno causate dalla differenza di pressione. L’adattamento all’alta quota non è immediato e deve avvenire in modo graduale e naturale. Per esempio gli esperti raccomandano di non superare i 300 m. di dislivello al giorno sopra i 3000 m. e consigliano alcuni giorni di riposo dopo aver superato i 4000 metri

Un cattivo acclimatamento, dovuto ad una salita compiuta troppo rapidamente, a fattori di sensibilità individuali alla quota, a cattive condizioni climatiche (freddo, vento, etc.) o a fattori psicologici (tensione, paura), può produrre il mal di montagna. In casi estremi questo può evolvere in mal di montagna acuto sotto forma di edema polmonare e/o cerebrale. In tale evenienza il solo rimedio è la discesa più rapida possibile a quote inferiori, unita alla somministrazione di ossigeno e diuretici, oppure l’utilizzo di una camera iperbarica.

In sintesi, durante il periodo di acclimatazione occorre:

  • andare lentamente
  • fermarsi e riposare secondo delle necessità individuali
  • prestare attenzione ai sintomi dolorosi e ai loro segnali
  • scendere di quota se i sintomi dolorosi persistono
  • soddisfare tutti i bisogni fisiologici primari in modo adeguato

 

sitografia

www.carabinieri.it

 

InformazioniUtili*anzianiincasa_marzo 2022

 

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