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Diario dall’Ethiopia/2-5 marzo 2012

Diario dall’Ethiopia/2-5 marzo 2012

di Giuseppe Lumia

Oggi, 2 marzo, aderisco alla festa nazionale Etiope* mentre G. con I. proseguono nei lavori di imbiancatura dei locali della lavanderia. Nel pomeriggio con M. C. e altri, facciamo visita alla popolazione dei Fuga. Partecipiamo alla produzione di due vasi di terracotta. Durante la passeggiata visitiamo l’interno di alcune loro abitazioni. Ottima l’accoglienza.
Visitiamo il centro parrocchiale di Doyogana con Abba Matteos e Abba Tesfaye e, come stabilito, Abba Tesfaye presenterà, prima della partenza dei volontari, un progetto dettagliato per la costruzione delle aule per l’alfabetizzazione degli scolari. In tal modo lo porteremo in Italia e discuteremo con tutti gli associati AKAP con la possibilità di girare il progetto ad altre associazioni riminesi interessate. Anche se, a causa dei tanti progetti che ora Akap sta seguendo, probabilmente non si riuscirà  a finanziarlo.
Facciamo visita del mercato e facciamo sosta per una birra
*Giorno di festa nazionale che celebra la vittoria etiope sugli italiani ad Adua il 2 marzo 1896 da parte di Menelik II. Grande è stato l’apporto della Tribù degli Oromo nella battaglia

3 marzo 2012

Mentre io  e G. diamo la seconda mano di pittura alla lavanderia, I. e Sister Monica raggiungono Sodo per recuperare i tubi da sostituire per poter avere l’acqua che ancora manca. Sarà anche l’occasione  per discutere del futuro del progetto che si sta attuando.

 

Fase di preparazione
del Cocciò
(Enset falso banano)

4 marzo 2012

Il giorno dopo si fa visita alla casa di Pedrò (Zebegna, tutto fare e addetto all’accettazione dell’Health Center),
accompagnati dalle novizie
Roman – Salamnesh – Ofole

Note: Siamo ancora senza acqua

5 marzo 2012

Con I. K. e G. visitiamo il  villaggio di Gatame passando
per la nuova strada dove c’è la cava di pietra (in Kambattese, Shappa)

(Con gli operai della Cava)

 

Giungiamo fino allo spiazzo, dove il giovedì si svolge un piccolo mercato.
Si affacciano su questa radura la chiesa Ortodossa e la casa di Deste, una delle infermiere della clinica.

Infine incontriamo il padre di Tesfaye, un altro infermiere della clinica.
Il padre ci accoglie e ci offre per caffè.
La famiglia di Tesfaye abita il Tucul da 36 anni.
E’ malato di diabete.

Io, I e K intervistiamo Anthonios Samore Hessese a Borgosha, luogo dove la sua famiglia da vive da sempre.
Anthonios ha 102 anni e vive a Wasserà da quando è nato.
Ci racconta come il villaggio si sia sviluppato da allora, affermando che una volta erano pochissime le famiglie insediate che vivevano di agricoltura.
Il cibo era abbondante, vestivano di pelli e le donne giravano a petto nudo così come alcuni uomini. Anthonios apprezza l’evoluzione che il villaggio ha avuto negli ultimi anni: dai cambiamenti culturali all’avvento di alcune tecnologie utili nella quotidianità come vestiti, medicina ed elettricità

 

 

Anthonius e nipoti

 

Approfondiamo l’argomento sulla clinica: Egli ci racconta come le famiglie del villaggio fossero sempre stati favorevoli alla costruzione della clinica e della strada perché la medicina praticata prima della costruzione della clinica era molto approssimativa e spesso arrecava dei danni.
Chi riusciva, raggiungeva altri luoghi come Hoesanna, dove erano presenti medici o, addirittura, Addis Abeba.
Ma per raggiungere le due località bisognava percorrere a piedi molti km. e, naturalmente,  non tutti riuscivano a farlo. Ora lui spera che, nel prossimo futuro, siano molti a ricevere una istruzione, perché attraverso quella potranno aiutare a migliorare  la vita degli abitanti del villaggio
Intanto io e G. continuiamo i lavori idraulici per collegare la sorgente al deposito d’acqua della missione

foto d’archivio

La chiesa di Wasserà

“Diario di viaggio” di Lumia Giuseppe

 

Fotografie di:

  Lumia Giuseppe

 

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