Definire la domanda di salute della popolazione anziani del nostro Paese.
E’ un tema chiave da affrontare specie in un Paese come il nostro che invecchia sempre di più, che destina più della metà delle sue risorse per la salute agli anziani, ma che non riesce a garantirne un’equa assistenza omogenea su tutto il territorio.
E proprio di questo si è occupato lo studio Argento, promosso dal Profeta, il master in epidemiologia applicata dell’Iss, condotto su 11 regioni italiane.
Alle soglie dell’approvazione del Piano Sanitario Nazionale che dedica all’anziano uno dei suoi principali impegni, ci troviamo di fronte alla fortunata coincidenza della contemporanea produzione di importanti indagini scientifiche che forniscono informazione sui bisogni di salute dell’anziano: accanto allo studio Argento del Profea, si trova l’indagine multiscopo dell’Istat, che ha coinvolto 40 mila famiglie italiane, lo Studio ILSA del CNR-ISS che da oltre 10 anni segue gruppi di popolazione anziana in un importante studio di coorte, la Rete Argento Università Cattolica S. Cuore che negli ultimi anni ha studiato approfonditamente i bisogni di salute dell’anziano.
Si tratta di studi scientifici impegnativi, ma diversi per modalità, obiettivi e costi, che permettono di delineare i bisogni assistenziali dell’anziano sottolineando le differenze territoriali ed il gap esistente tra l’attuale offerta di assistenza e i traguardi ottimali cui mirare.
In un sistema sanitario federalista a fronte degli indirizzi strategici definiti dal Piano Sanitario Nazionale e le linee attuative concordate nei Livelli Essenziali Assistenziali (LEA), la singola Regione, ma anche l’Azienda Sanitaria ed il Distretto hanno autonome responsabilità gestionali ed operative che comportano scelte decisive sull’offerta di servizi per l’anziano, è quindi urgente e necessario combattere un decisionismo politico che escluda il cittadino, fornendo le basi cognitive scientificamente validate per permettere ai decisori sulla salute di basare le loro scelte su dati scientificamente validi, non solo per la programmazione dell’offerta dei servizi ma anche per la valutazione di efficienza delle prestazioni erogate.
Dal quadro di insieme fornito da questi studi emergono alcuni risultati importanti, presentati il 7 maggio 2003 all’Istituto Superiore di Sanità nel corso del convegno “Bisogni socio-sanitari degli anziani”.
Alcuni sono:
il 3% delle donne ed il 2% degli uomini da 65 a 69 anni ha bisogno di assistenza quotidiana: questa percentuale sale al 25% nelle donne sopra gli 80 anni ed al 18% negli uomini. A 65 anni una donna ha un’attesa di vita di 20 anni, metà dei quali li passerà in buona salute: simile il dato degli uomini (Studio ILSA)
la qualità di vita percepita è molto diversa nel Paese, l’1% degli anziani di Bolzano si giudica in cattivo stato di salute contro il 24% dei napoletani della stessa età (Studio Argento ISS)
la prevalenza di patologie croniche dell’anziano aumenta nel tempo di circa il 50% negli ultimi 10 anni (Studio ILSA Firenze)
il costo dell’assistenza aumenta nel tempo e in funzione dell’età: aumenta il numero di anziani “utenti” e aumenta il costo sanitario dell’utente (Studio ILSA Firenze)
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